L’Immortale Hulk 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo numero del rilancio di Hulk firmato da Al Ewing e Joe Bennett

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Immortal Hulk #1, anteprima 02

L'apertura di L’Immortale Hulk 1 è talmente disturbante da poter infastidire il lettore di fumetti non troppo avvezzo alle scene violente: in un’anonima stazione di servizio degli Stati Uniti va in scena una rapina che ben presto finisce in tragedia. A causa della disperazione e dell’inadeguatezza del criminale, tre persone cadono al suolo prive di vita. Tra loro c'è anche una bambina di dodici anni.

Nel fresh start voluto dall'Editor-In-Chief C.B. Cebulski per le serie Marvel, diversi sono stati gli approcci volti alla riscoperta dello spirito primigenio delle varie icone. Tra esordi più o meno riusciti, quello portato in scena da Al Ewing (Avengers) e Joe Bennett (Capitan America) sulle pagine del Gigante di Giada lascia piacevolmente colpiti tramite una formula che pesca direttamente dalle origini del personaggio.

Complice il successo della controparte cinematografica, negli ultimi anni, Hulk è stato spesso relegato o al ruolo di comprimario forzuto e un po’ ottuso, espressione di forza e distruzione, oppure riproposto in una versione giovanile e geniale (Il Fichissimo Hulk), lontana anni luce dal “mostro” degli esordi. Mai, però, gli autori avevano pensato di riprendere la felice intuizione di Stan Lee e Jack Kirby per arricchirla con venature orrorifiche e sequenze cariche di tensione, approfondendo temi quali la rabbia e la violenza del quotidiano.

Partendo dal finale della saga Avengers: Senza Tregua - dove abbiamo visto un confuso e redivivo Bruce Banner confrontarsi con il suo “assassino” Clint Barton in merito all’immortalità del male - Ewing propone un protagonista in fuga, combattuto e smarrito: una condizione misteriosa e d'impatto che riporta alla mente la domanda posta sulla copertina di Incredible Hulk #1: è un uomo, un mostro o entrambe le cose? Recuperando espedienti che hanno reso iconico il personaggio, lo scrittore britannico gestisce nel migliore dei modi questo primo episodio della serie, sopperendo all’assenza della consueta componente action con atmosfere oscure e brutali.

Immortal Hulk #1, anteprima 03

Sin dalle prime battute, il Golia Verde compie scelte che non mancheranno di mettere in discussione il suo status più noto: non più quello di reietto all’ostinata ricerca di pace, lontano dai pavidi umani, ma di antieroe che si erge sulla massa con una sua morale ben precisa, ma ancora tutta da scoprire. Sfruttando questa ambiguità, Ewing inizia a esplorare il nuovo, imperscrutabile Hulk infondendo nella storia una componente psicologica che scandagli ulteriormente le implicazioni del suo perpetuo tornare dall'aldilà, l'ormai acclarata immortalità.

L'unione d'intenti tra lo scrittore di U.S.Avengers e Bennett è perfetta: la tensione, la paura e il mistero che accompagnano il primo capitolo di questa serie vengono sublimate con grande cura dal disegnatore brasiliano, bravo nel concentrarsi su dettagli che esaltino le scelte narrative di Ewing con tavole dark esaltate dal lavoro di Paul Mounts ai colori.

L’Immortale Hulk 1 è un albo che spiazzerà più di un lettore: da un lato troverà un uomo impaurito, dall’altro un mostro imprevedibile e determinato più che mai. E la partita è appena cominciata.

[gallery columns="1" size="large" ids="201713,201714"]

Continua a leggere su BadTaste