Limitless - La recensione
Limitless, il nuovo film di Neil Burger tratto dal romanzo di Alan Glynn con Bradley Cooper e Robert De Niro, è un ottimo esempio di un nuovo modo di fare cinema di fantascienza...
Recensione a cura di Gabriele Niola
Titolo LimitlessRegiaNeil Burger
Cast
Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish
Uscita15-04-2011
L’ultima pillola in grado di cambiare la vita che si ricorda nella storia del cinema era rossa. O blu. A seconda della scelta. Ora la pillola al centro di Limitless è bianca ed ha un nome da farmaco (sebbene non sia proprio una di quelle medicine che si comprano con ricetta): MDT.
Ovviamente l’MDT ha qualche lieve effetto collaterale. Se esageri muori, se smetti, muori.
La vera ciliegina sulla torta però è il protagonista, lo scrittore fallito che non sfrutta il suo potenziale e diventa il migliore degli uomini possibili (“Funziona bene con chiunque ma funziona meglio se sei già sveglio di tuo” gli dice l’orrido ex cognato prima di dargli la prima pasticca). Il drogato di MDT che ha un progetto più grande degli eventi che vive ma che rischia di non vivere abbastanza o di non avere sufficiente MDT per realizzarlo.
Bradley Cooper trova il suo ruolo perfetto, battaglia con De Niro suo rivale/socio in affari (“Non sarai mai meglio di me perchè non hai dovuto leccare ogni gradino della scala da salire o sposare la donna sbagliata con il padre giusto per arrivare fin qui!”) e quando prende le sue pillole, l’otturatore della macchina da presa si apre saturando i colori e diventa la quintessenza dell’uomo moderno, dal pieno controllo di sé e del suo destino. Almeno fino alla prossima dose.
Limitless merita una visione anche per come sia un segno ulteriore dell’ingresso (finalmente!) in una nuova fase della fantascienza (questa volta il termine è proprio da intendere in senso letterale), quella dell’era di internet, in cui la tecnologia e il modo in cui l’uomo è visto in relazione ad essa sono figlie del digitale.
L’organizzazione dell’informazione è il problema principale dell’essere umano in Limitless, ed è noto che è il problema principale di internet, la rete delle reti che funziona come un cervello in cui ogni punto (o peer) è come una sinapsi e in cui c’è tanta di quell’informazione che la questione non è la sua esistenza, quanto la sua effettiva reperibilità.
Pensiamo sempre ad internet con la metafora del cervello. Limitless pensa al cervello applicando la metafora della rete e delle sue informazioni, cioè spiega l’umano attraverso il tecnologico. Esattamente il lavoro della migliore fantascienza...