L'illusionista - La recensione
1959. Un anziano intrattenitore ha sempre più problemi a trovare lavoro, mentre intanto fa amicizia con una giovane ragazza. Dal regista di Appuntamento a Belleville, un film commovente e fuori moda, proprio come il suo protagonista...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo L'illusionistaRegiaSylvain Chomet
Voci originali
Jean-Claude Donda, Edith Rankin, Jil Aigrot, Didier Gustin, Frédéric Lebon Uscita29-10-2010La scheda del film
Attendevo con una certa ansia il nuovo film di Sylvain Chomet. D'altronde, il suo lavoro precedente, l'applauditissimo Appuntamento a Belleville, dimostrava che si può fare animazione di altissimo livello nel terzo millennio anche senza parlare giapponese o inglese. Qui invece ci si confrontava con una sceneggiatura (decisamente autobiografica) di quel Jacques Tati che ha cambiato il modo di fare comicità.
Ma in generale, a farla da padrone, è una sensazione di tristezza infinita e di una felicità difficile da raggiungere. Certo, ci sono i soliti personaggi strampalati e a cui non puoi evitare di voler bene tipici del cinema di Chomet, outsider per antonomasia. E si parla poco, pochissimo, se non con dei versi gutturali che sembrano quasi un linguaggio universale che non necessita traduzione. Il tutto mettendo bene in evidenza l'assurdità delle piccole cose quotidiane o magari con degli oggetti che sembrano quasi prendere vita, sempre comunque mantenendo una grande sensibilità verso questi personaggi e senza mai calcare la mano sulle loro sventure.
L'illusionista è sicuramente uno dei film più tristi visti negli ultimi tempi. Ma la cosa veramente triste è che faticherà a trovare un pubblico. Se volete smentirmi, ve ne sarei grato...