Like a House on Fire, la recensione | TIFF 20
La storia di una giovane madre in difficoltà permette a Sarah Sutherland di regalare un'interpretazione convincente che sostiene il film Like a House on Fire
Al centro della trama del film, presentato al Toronto Film Festival 2020, scritto e diretto da Jesse Noah Klein c'è Dara (Sutherland), una giovane che ritorna dal marito Dan (Jared Abrahamson) e dalla figlia Isabel (Margaux Vaillancourt) dopo due anni che se ne è andata. La ragazza scopre che il suo ex partner ha ora una relazione con un'altra donna (Dominique Provost-Chalkley), incinta di sette mesi. Dara cerca di riconquistare la fiducia della propria famiglia e spiegare i motivi per cui aveva provato la necessità di allontanarsi da tutti, faticando però incredibilmente e lottando anche con i suoi demoni interiori.
La ricerca delle origini del proprio dolore e insicurezze è forse l'elemento sviluppato con più attenzione e bravura in Like a House on Fire e il film regala un confronto tra madri all'insegna delle parole non dette e delle ferite nell'anima che emoziona.
Pur non essendo altrettanto efficace nel rappresentare l'amore che lega la protagonista al marito e i dilemmi del giovane nel dover trovare un equilibrio tra passato e presente, Like a House on Fire offre un ritratto sensibile della solitudine vissuta da molte donne quando diventano madri, della necessità di conoscere e accettare le proprie origini, e del coraggio di continuare a lottare per costruire un futuro migliore per se stessi e le persone che si amano.