Like a Dragon: Ishin!, la recensione

Like a Dragon: Ishin! è un titolo estremamente divertente, ma che non riesce a nascondere del tutto le problematiche dell'opera originale

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Cambi di nome come quello accaduto a Like a Dragon non sono mai una scelta semplice da fare per i Publisher. Questo perché la decisione rischia di confondere il giocatore meno esperto, impedendo al franchise di calamitare il pubblico attirato con tanta fatica nel corso degli anni. Per chi non lo sapesse, infatti, stiamo parlando di quanto accaduto alla serie action-adventure nota in occidente come Yakuza, ma che in Giappone risponde sin dal 2005 proprio al nome “Like a Dragon”. A partire dal 2020, infatti, SEGA ha confermato che tutti i nuovi titoli del franchise usciranno anche in Europa e in America con il nome originale. Una decisione comprensibile, dato che nei vari capitoli si parla di malavita, ma non strettamente legata alla Yakuza.

Dopo il capitolo di passaggio, intitolato appunto Yakuza: Like a Dragon, approda finalmente sul mercato italiano Like a Dragon: Ishin!, spin-off del 2014 ambientato nel tardo periodo Edo. Un gioco con meccaniche completamente differenti rispetto a quanto ci ha abituati il franchise negli ultimi anni, ma che merita di uscire dalla terra del Sol Levante per conquistare i videogiocatori di tutto il mondo.

Nelle ultime settimane abbiamo finalmente avuto occasione di mettere le mani sul remake dell’opera sviluppata dai ragazzi di Ryu Ga Gotoku Studio e siamo finalmente pronti per raccontarvi il nostro viaggio tra le vie di Kyo.

TRATTO DA UNA STORIA VERA

La storia ci vede interpretare Sakamoto Ryoma, un samurai giapponese realmente esistito nella seconda metà del 1800, durante la sua lotta allo shogunato Bakumatsu. SEGA ha deciso però di utilizzare il volto di Kazuma Kiryu, protagonista del franchise Like a Dragon, per interpretare il samurai. Una decisione che coinvolge anche molti altri volti storici presenti nel gioco, che qui vengono portati in scena da facce ben note agli amanti della saga. Dopo la morte del suo mentore, Ryoma viene accusato di omicidio. Da quel momento, il suo unico scopo diventa quello di scoprire chi sia stato a uccidere l'uomo, in modo da poterlo vendicare.

La trama di Like a Dragon: Ishin! parte lentamente per poi esplodere ora dopo ora, inserendo notevoli colpi di scena e situazioni sempre più interessanti. Questo è possibile grazia a una scrittura davvero curata che riesce a tratteggiare dei personaggi estremamente carismatici e mai banali. Insomma: nonostante sia uno spin-off, Ishin! non ha nulla da invidiare ai capitoli principali della serie. Ovviamente il tutto deve rimanere contestualizzato al periodo d’uscita del titolo originale, datato 2014. Questo è evidente dal taglio di alcune cut scene e dall’impostazione di alcuni dialoghi. Nulla di davvero tragico, comunque. Più che altro si tratta di una prova di come i titoli open world del giorno d’oggi siano ancora molto ancorati al passato.

 UN SERIE, UNA GARANZIA

Come accade anche negli altri episodi di Yakuza, anche Like a Dragon: Ishin! trova un equilibrio tra le sequenze d’azione, durante le quali la trama viene portata avanti, e la miriade di contenuti giocabili. I combattimenti risultano però talvolta macchinosi, facendoci percepire anche i movimenti di Ryoma un po’ troppo instabili e scivolosi. Insomma: è evidente come la serie abbia fatto notevoli passi in avanti nel corso degli ultimi anni. In ogni caso, durante l’avventura è possibile affrontare degli scontri molto emozionanti, in grado di dare grande soddisfazione una volta superati. Ci riferiamo in particolare a quelli combattuti impugnando la nostra fidata katana, arma ben più versatile e divertente rispetto anche alla pistola.

Una volta preso atto di come le scene action servano per portare avanti il racconto, Ishin! esplode in tutta la sua follia grazie alla moltitudine di missioni secondarie. Missioni come gestire una propria "fattoria", il karaoke, il gioco d’azzardo e numerosi altri minigiochi. Come negli altri capitoli di Like a Dragon è facile perdersi tra le vie della città, “perdendo tempo” in centinaia di eventi secondari e raddoppiando la longevità finale. Una longevità che permette al titolo di avvicinarsi alle 70-80 ore di gioco, nel caso si punti a completare l’esperienza al 100%.

UNO STILE DATATO

Nonostante venga utilizzato il termine “remake”, Like a Dragon: Ishin! non vanta certo una riscostruzione grafica a partire da zero. Certo, alcuni asset sono cambiati, l’illuminazione è migliorata e in generale il colpo d’occhio è buono, ma è impossibile non accorgersi della natura old-gen dell’opera. Fortunatamente il risultato è ancora ottimo, permettendoci di godere dell’esperienza senza particolari problemi. Impeccabile, invece, il comparto sonoro, che tra un ottimo doppiaggio in giapponese e una soundtrack di grande impatto accompagna il giocatore dal primo all’ultimo minuto di gioco. Minuto scandito anche da una localizzazione in italiano nei sottotitoli, per la gioia di coloro che non masticano troppo la lingua inglese.

Like a Dragon: Ishin! è un’opera di grande impatto. La trama matura, il gameplay vario e, più in generale, un’atmosfera decisamente riuscita ci hanno fatto passare diverse ore all’intero del titolo di Ryu Ga Gotoku Studio. Questo remake non riesce però a nascondere del tutto l'età del gioco originale, che presenta un combat system datato e un comparto grafico non al passo coi tempi. Poco importa: se amate il franchise di SEGA, Ishin! è un gioco da non lasciarsi scappare per nessun motivo al mondo. Se, invece, non vi siete mai avvicinati alla serie, Yakuza: Like a Dragon rimane ancora la scelta migliore per scoprire un brand in grado di risucchiare la vostra vita sociale per centinaia e centinaia di ore.  

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