Life is Strange 2 – episodio 4, il branco ferito tra Preacher e Donald Trump – Recensione
Ciò che di straordinario fa il quarto episodio di Life is Strange 2 è raccontare in tre ore tutto quello che non funziona nella nostra società
La situazione al termine del terzo episodio di era infatti abbastanza tragica, e in Faith riprendiamo il racconto proprio dalle conseguenze di quegli ultimi minuti. Giochiamo anche, letteralmente, con il fatto che a Sean ora manca il senso della prospettiva vista la ferita permanente, e per qualcuno che ama disegnare è un dramma ancora più devastante. Da questo momento, con Sean in ospedale e pronto ad essere spedito in riformatorio non appena si sarà dimesso, l’altro dubbio da sciogliere è: che fine ha fatto Daniel?
In un episodio che è di transizione, che non vuole stravolgere ulteriormente le cose ma, anzi, creare delle fondamenta per quello che sarà il finale, la prima parte dell’avventura è quella più debole. La fuga dall’ospedale vive di alti e bassi, perché se da un lato è interessante la possibilità di incolpare o meno i compagni di viaggio della piantagione di marijuana (chissà se ci saranno ripercussioni in futuro per questo), dall’altro il modo in cui è gestita l’evasione è davvero poco elegante. Una forzatura che si accetta tutto sommato con piacere, perché quello che viene dopo è, probabilmente, la miglior dimostrazione di maturità da parte di Dontnod.
Ciò che di straordinario fa questo episodio è raccontare tutto quello che non funziona nella nostra società in tre ore. Ci sono una scena che sembra presa da un albo di Preacher, la serie a fumetti di Garth Ennis, che riguarda la chiesa di cui sopra, e successivamente un’altra sequenza che grida contro le ideologie di Donald Trump in maniera palese. Nel suo peregrinare alla ricerca di Daniel, Sean incontra una coppia di americani a cui non piace molto l’idea che il nostro abbia origini messicane. Ciò che succede, quello che i Dontnod mettono in scena (confermando la loro maturazione clamorosa in termini di narrativa) è una di quelle cose che ti fa sentire in colpa, e anche in imbarazzo, per ciò che sta accadendo nel nostro momento storico riguardo l’immigrazione e la cultura dell’emarginazione.
[caption id="attachment_198972" align="aligncenter" width="1920"] I Dontnod non le mandano certo a dire edin Life is Strange 2 non si risparmiano quando serve[/caption]
Questo è il più grande merito di questo episodio che, lo ribadiamo, è più un collante verso il finale: la scrittura. Successivamente, Sean farà un incontro molto importante con un personaggio che non vogliamo svelarvi, ma che è a dir poco fondamentale. Il dialogo che ne segue è forse tra le cose migliori che abbiamo visto finora nelle produzioni del team di sviluppo. Non esageriamo dicendo che potrebbe valere il proverbiale prezzo del biglietto.
Insomma, Life is Strange 2 sta proseguendo il suo viaggio nel migliore dei modi. Dal primo episodio era già chiaro quanto l’avventura fosse distante, per tematiche e messa in scena, da quella struggente originale con protagoniste Max e Chloe. Questo episodio ne è la conferma definitiva e ci mette estrema curiosità per il finale visto che, nonostante come detto non ci siano questi grandi sconvolgimenti di trama, in realtà è difficile capire dove si potrebbe andare a parare.