Liberty Meadows vol. 1: Eden, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume della nuova edizione di Liberty Meadows, opera di Frank Cho edita in Italia da saldaPress
La strisce, la cui narrazione è impostata su una blanda continuity, si svolgono in un prossimo futuro, e narrano le vicende del rifugio per animali Liberty Meadows, nel quale sono ospitati svariati animali che hanno perduto, o sono stati scacciati, dal loro habitat naturale. Tra questi, i personaggi ricorrenti sono l'orso nano (da circo) Ralph, mosso da egocentrismo e voglia di farsi notare associati a pigrizia, la rana toro Leslie, ipocondriaca sino a sfiorare la paranoia e perfetta spalla di Ralph, il maiale Dean, che soffre di alcolismo e tabagismo, il papero Truman, vero e proprio impiastro, il cane Oscar, unico tra gli animali protagonisti a non parlare, e lo stesso Frank Cho, sotto le sembianze di uno scimpanzé soprannominato Macaco.
Liberty Meadows è un fumetto di genere volutamente comico, che propone i protagonisti, animali e non, nelle situazioni più svariate ed eterogenee tra loro, sempre con risvolti che sfociano nella gag. Per mezzo di animali, parzialmente antropomorfi e con capacità verbali, l'autore riflette con simpatica ironia sulla abitudini e sulla società americana entro la quale vive, non risparmiandosi su argomenti che variano dagli usi e costumi più folkloristici, alle relazioni uomo-donna e il sesso, sino alla cultura pop più varia, compreso il fumetto supereroistico. In questo caso, Cho utilizza l'animale come avatar dell'essere umano, elemento narrativo abbastanza ricorrente da molto tempo a questa parte: in questo contesto, i protagonisti non umani hanno sviluppato gli stessi comportamenti delle loro controparti, nel bene e nel male, vivendo a stretto contatto con loro e fuori dal loro habitat naturale.
Il registro grafico varia abbastanza tra le figure umane, caratterizzate da un elegante realismo (specie dei corpi femminile), a quelle animali, disegnate con uno stile più stilizzato e cartoony: il risultato finale è davvero notevole, e Cho riesce con poche linee a regalare vignette visivamente pregevoli, il cui valore è esaltato dal bianco e nero. Si registrano, inoltre, trovate di storytelling originali e forse persino geniali, come la rottura (letterale) della griglia presente nella prima striscia a pagina 45.