L'Evocazione - The Conjuring, la recensione

Come noto, un film dell'orrore non è solo paura, ma è bello farselo ricordare da un film come L'Evocazione - The Conjuring di James Wan...

Critico e giornalista cinematografico


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Un film dell'orrore non è solo paura, è noto, ma è bello farselo ricordare da un film come L'Evocazione.

James Wan nasce con Saw e attraverso una produzione parca è arrivato con Insidious a una certa maturità che dalla tensione sconfina nello spavento, nelle atmosfere classiche, fatte di oggetti demoniaci canonici e terrori usuali, confezionate con l'abilità di chi conosce i meccanismi che scatenano la paura.

L'Evocazione è un misto di molte di queste abilità più una che ancora non gli riconoscevamo, quella di disegnare personaggi memorabili in grado di avere una rapporto con la paura. Cioè L'Evocazione non mira a suscitare lo spavento ma intessere un rapporto con esso (e uno per molti versi inedito o almeno poco praticato), cercare di formarlo per immagini e poi metterlo in discussione.

La storia è vera (almeno così dice il cartello all'inizio del film) e parla di una famiglia che va ad abitare una casa infestata e di due demonologi di metà novecento che vengono chiamati a risolvere il problema. Proprio questa coppia di esperti di demoni (lui li studia, lei è una medium che ne avverte la presenza e riesce a vederli) è il punto di forza di un film che prima di presentarli passa attraverso un lento processo di terrorizzazione dello spettatore.

I demoni li intuiamo, li vediamo sfocati e lontani e solo più avanti li guarderemo interamente (quando entrano in campo i demonologi). Sono un miscuglio tra deformazioni da L'esorcista e capelli lunghi unti da j-horror, nulla di eccezionale. Quel che è eccezionale è solo la mano di Wan capace di creare l'ambientazione spaventosa, di scatenare l'ansia e il terrore senza il raccapriccio (non c'è una goccia di sangue) e in certi punti anche senza la presenza del demone, solo con il sospetto che ci sia. Non gli servono cose mai viste perchè quel che usa è l'atmosfera.

Quando poi nella seconda parte entra in gioco la coppia interpretata (con gran dignità) da Vera Farmiga e Patrick Wilson tutto cambia. Dal terrore si passa ad una strana forma di epica scevra di azione, la lotta contro il male da parte di questi due simil-professori universitari, questa coppietta con figlia che vive in una casa in cui ha attrezzato una stanza offlimits per tutti piena di oggetti effettivamente posseduti da demoni (geniale come non avranno economia nella trama, ma rimarranno lì a spiegare chi siano questi due tranquilli sposini) che diventano degli imprevedibili eroi.

Ciò che spaventa nella prima parte viene totalmente disinnescato dai due, che anche davanti a quel che il pubblico teme di più non sollevano un ciglio ma si muovono anzi con la sicurezza e la determinazione dell'entomologo. Un trionfo della scienza sulla superstizione. Anche se si afferma che sia una storia vera.

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