Letter 44 vol. 1: Velocità di fuga, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di Letter 44, fumetto di Charles Soule e Alberto Jiménez Alburquerque edito da Panini Comics

Condividi

Si dice che nella politica statunitense ci sia una tradizione che segna l'avvicendarsi tra Presidenti, un vero e proprio passaggio di testimone tra predecessore e successore: nel corso dell'Inauguration Day del secondo, il giorno nel quale questi presta giuramento e si insedia alla Casa Bianca, dando il via al proprio mandato, il primo lascia una "lettera" nella quale sono presumibilmente messe nero su bianco tutte quelle verità nascoste, i cosiddetti "Segreti di Stato", che non possono essere diffuse pubblicamente. Per esempio, se un Presidente degli Stati Uniti fosse realmente a conoscenza dell'esistenza di vita (senziente) extraterrestre, potrebbe comunicarlo al suo successore in questo modo, il giorno nel quale dovrà cedergli la scrivania dello Studio Ovale.

Charles Soule, sceneggiatore di fumetti e avvocato praticante statunitense, sempre molto attento alla Storia e alla realtà sociale del suo Paese, parte da questa "lettera", a metà tra leggenda e tradizione, per dar vita alla narrazione della sua serie creator-owned, Letter 44, pubblicata oltreoceano da ONI Press ed edita da Panini Comics in Italia. Il giorno nel quale Stephen Blades, quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d'America (presumibilmente democratico, anche se non viene mai dichiaratamente esplicitato) inizia il suo mandato, trova la lettera del suo predecessore Francis T. Carroll (presumibilmente repubblicano) che gli svela un segreto di proporzioni bibliche: da diverso tempo, sono state scoperte attività extraterresti nel Sistema Solare. In soldoni, una non specificata razza aliena, molto più avanzata di quella terrestre, sta costruendo un misterioso apparecchio, la cui reale funzione resta un grandissimo punto interrogativo. Dopo aver appreso questa verità, l'amministrazione precedente ha dato via al Progetto Monolite, molto più che top secret. Inoltre, tutte le gravose scelte fatte da Carroll in ambito di politica internazionale (due guerre sanguinose) sono atte a tenere "allenato" l'Esercito americano in vista di una potenziale invasione extraterrestre. Blades dovrà dunque fare i conti con una strada molto più in salita di quello che immaginava, mentre una missione spaziale facente parte del suddetto Progetto ha mandato un gruppo eterogeneo di militari e scienziati in avanscoperta nello spazio, per scoprire qualcosa di più sugli alieni e sulle loro intenzioni. Queste premesse daranno il via a una storia densa e sfaccettata, dove si alterneranno intrighi politici e situazioni molto più fantascientifiche, compresi incontri ravvicinati del terzo tipo.

Con Letter 44, Soule dimostra di avere una mente molto potente, dotata di grande immaginazione, ma allo stesso tempo capace di innestare in una storyline sostanzialmente fantasiosa elementi narrativi molto realistici: il risultato è davvero soddisfacente. Lo sceneggiatore è infatti bravo a bilanciare tutti gli ingredienti di una saporita ricetta, scandendo innanzitutto molto bene i tempi della storia, la cui narrazione si svolge sia sulla Terra che nello spazio profondo (sostanzialmente in egual misura), mostrandoci sia le vicissitudini del Presidente e del suo nutrito cast di comprimari, tra alleati e avversari, che quelle dell'equipaggio della Clarke, che, senza fare spoiler, possiamo definire come "particolarissime". Per fare un esempio molto pragmatico e semplificativo, Letter 44 è l'ideale punto di incontro tra la serie TV House of Cards (l'ex Presidente sia chiama, guarda caso, Francis) e film come Contact (giusto per citarne uno, e molto bello). Inoltre, è facile riscontare in Blades e Carroll delle versioni parafrasate di Barack Obama e George W. Bush, rispettivamente quarantaquattresimo e quarantatreesimo Presidente degli Stati Uniti d'America (i loro profili psicologici a attitudinali, così come le scelte che fanno o hanno fatto in passato, si guardi alle due difficili guerre portate avanti dagli USA, sono trasposti in maniera evidente e interessanti nelle loro controparti a fumetti). In questo primo volume di Letter 44 sono stati dispiegati tantissimi fili narrativi, ognuno dei quali racconta una sua precisa storyline, ponendo le basi per un prosieguo della serie davvero avvincente. Va anche detto che è molto avvincente il modo nudo e crudo con il quale Soule sceglie di raccontare questa storia, senza mezzi termini, e presentando i personaggi in tutta la loro umanità, e quindi con fisiologici pregi e difetti.

Ai disegni troviamo impegnato il giovane disegnatore spagnolo Alberto Jiménez Alburquerque, con alle spalle già una vasta produzione nell'ambito del fumetto europeo e da qualche tempo attivo anche sul fronte statunitense per progetti con ONI Press, Dynamite e Dark Horse. Il tratto pop e vagamente stilizzato del disegnatore produce disegni che mischiano il realismo al cartoony, dando vita su carta a forme ibride che non dispiacciono in quanto a espressività e dinamicità, ma che, va detto, raramente esaltano davvero, e che sicuramente vengono "potenziate" dai colori di Guy Major e Dan Jackson. Forse è proprio la grafica il proverbiale "Tallone d'Achille" di Letter 44. Poco male, comunque, questa serie è gradevolissima e molto interessante, e siamo molto curiosi di scoprire come la storia si evolverà nel prossimo futuro.

Continua a leggere su BadTaste