Lethal Weapon 2×15 “An Inconvenient Ruth”: la recensione

La nostra recensione del quindicesimo episodio della seconda stagione di Lethal Weapon intitolato An Inconvenient Ruth

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Spoiler Alert
Il B-romance è tornato, viva il B-romance!
Non abbiamo mai nascosto, nelle ultime recensioni, di sentire la mancanza del tipico sfottò tra Murtaugh e Riggs, quel continuo battibeccare su tutto, seguito dall'improvviso sostegno che dimostrano di avere uno verso l'altro, che ci hanno fatto amare questa serie contro ogni previsione e dopo puntate e puntate di puro dramma, con un Martin che aveva preso una spirale discendente sempre più pericolosa, in An Inconvenient Ruth, gli autori tornano a farci divertire senza mezzi termini, sfidiamo chiunque, solo per citare una delle tante gag, a non ridere di fronte allo sconcerto dei due partner quando scoprono che il sospettato che stanno interrogando non ha idea di cosa sia Kitt o di chi sia David Hasselhoff.

Il Martin Riggs tormentato è una parte essenziale di questa serie alla quale non sarebbe possibile rinunciare, ma quello brillante ed inconsapevolmente comico di questo episodio non è certo da meno. Giocando una sorta di partita allo scambio di ruoli, quello che era iniziato per Roger come un incidente insignificante, come l'essere confuso per il nonno della piccola Harper al parco giochi, avrà delle ripercussioni nel solito modo in cui i due partner approcciano un caso, portando Murtaugh a sintonizzarsi con il Martin Riggs che è in lui ed a fare tutta una serie di scelte che lo metteranno ripetutamente in pericolo, ma che - nella sua visione - sono solo la prova evidente che non è troppo vecchio per prendersi qualche rischio.
Quello che apprezziamo infinitamente di questa serie, è la sua capacità di affrontare temi importanti facendo sorridere il pubblico, senza per questo banalizzarli: se da una parte, infatti, l'atteggiamento di Roger può sembrare un capriccio passeggero, con il prosieguo dell'episodio scopriamo che è in realtà un desiderio ed un bisogno che evidentemente teneva celato dentro di sé da diverso tempo.
Non dobbiamo dimenticare che Murtaugh ci è stato presentato agli esordi della serie come un uomo di 52 anni (Damon Wayans, che sembra aver fatto un patto con il diavolo, ne ha in realtà 58) reduce da un attacco cardiaco che gli è quasi costato la vita. L'essere associato ad un partner dinamico (e folle!) come Martin è sembrato per lui inizialmente una sorta di incubo, che oggi ha invece rivelato i suoi effetti nel lungo termine, perché Roger si è stancato di giocare sul sicuro e vuole invece tornare a vivere la sua vita, e la sua professione, con pienezza, una considerazione che - ovviamente - non incontra il favore di Trish e che porterà allo scontro più acceso che abbiamo mai visto avere alla coppia.
I Murtaugh non sono certo tipi da urli e piatti lanciati, ma questo non vuole dire che il litigio che hanno alla fine della puntata sia meno serio: Trish è una donna indubbiamente forte, che ama profondamente il marito e che pretende da lui che dia sempre la priorità alla propria famiglia, il che comporta avere un certo atteggiamento sul lavoro e, sebbene il suo punto di vista sia più che comprensibile, è altrettanto vero che, in questo caso, non sembra riuscire a leggere il comportamento del marito per quello che davvero è, finendo solo per l'essere accecata dalla preoccupazione per la sua salvaguardia. E' una situazione interessante sotto molti punti di vista, perché entrambi hanno insieme torto e ragione e se questa particolare trama verrà portata avanti nei prossimi episodi, potrebbe essere l'occasione che aspettavamo per comprendere meglio il rapporto di coppia tra i due, al di là della sua apparente perfezione. "Ruth: Tesoro, non ti giudico, fai quello che devi fare. Bevi, affettati le dita, rompi una bottiglia, fatti del male così da non sentire il dolore che hai dentro. Ma prima o poi, Marty, quel dolore ti raggiungerà".

Poi naturalmente c'è la vulcanica Ruthie, interpretata da una fantastica Swoosie Kurtz, che ci auguriamo diventi una presenza se non fissa, quanto meno abituale dello show. Ruth è ovviamente il Martin del futuro al femminile, una persona con un bagaglio di brutte avventure, una dipendenza lasciata ormai alle spalle, un'apparente indifferenza nei confronti del genere umano, una vita nomade e senza legami ed un cuore fondamentalmente puro.
L'interazione tra i due è deliziosa, per quanto Riggs si sforzi di dimostrarsi irritato dalla sua presenza, il gentleman del sud che è in lui viene chiaramente mosso a compassione dai modi diretti e franchi della donna e più sembra respingerla, più fa in realtà in modo di tenerla vicina. Ruth, per contro, ha già vissuto quello che Martin sta passando, comprende lo sforzo che lui sta compiendo per tenersi lontano dalla bottiglia e conosce tutte le scuse che inventa con se stesso per giustificare il bisogno di un sorso d'alcool, ma ciò nonostante, proprio come gli dice, non lo giudica, pur riuscendo a tenerlo in riga con insospettabile efficacia. La scena in cui Riggs sta per bere dall'unica bottiglia sopravvissuta al suo sfogo, ritrovata casualmente nella spazzatura, in cui riesce a convincerlo a desistere senza proferire parola è assolutamente brillante e vedere Martin così frustrato, ma così coinvolto da Ruth, è quanto di meglio potessimo sperare per il personaggio, una soluzione che vince a mani basse su qualsiasi possibile coinvolgimento sentimentale del personaggio per fargli vincere la sua battaglia con l'alcool.

La seconda stagione di Lethal Weapon tornerà in onda negli Stati Uniti, dopo una pausa di 3 settimane, martedì 27 febbraio con l'episodio Ruthless, su Fox.

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