L'Età dell'Oro vol. 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di L'Età dell'Oro, di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil

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L'Età dell'Oro, anteprima 01

Provate, anche solo per un istante, a tornare indietro con la memoria. Cercate di ricordare le fiabe che leggevate (o che vi leggevano) quando eravate bambini, i libri illustrati carichi di colore e meraviglia che hanno ispirato tutta l'ondata di cartoni animati anni Ottanta, i loro fondali pittorici ricchi d'informazioni tanto quanto la storia portata avanti dai protagonisti. Cercate di ricordare quel senso di costante stupore che accompagnava la fruizione del racconto, pagina dopo pagina, o frame dopo frame, quando la vostra mente era ancora permeabile come una spugna a qualsiasi novità riuscisse a colpire il vostro sguardo.

Vivere da adulti quegli stessi brividi sembra qualcosa di impossibile: anni e anni di fruizione hanno forgiato la fantasia verso strade ben precise, codificate in diversi linguaggi più o meno sintetici ed efficaci. Eppure, ogni tanto alcune opere riescono a far breccia in quello scudo di "già visto" facendo brillare il materiale sepolto tra i ricordi, stuzzicando quegli aspetti della fantasia che, talvolta, sono sopiti da anni.

Il primo volume di L'Età dell'Oro, realizzato da Cyril Pedrosa con l'aiuto ai testi di Roxanne Moreil, edito originariamente in Francia da Dupuis e portato in Italia da BAO Publishing, percorre gli stessi sentieri visivamente abbacinanti, utilizzando una grammatica in linea con l'attuale cultura delle immagini. Pedrosa esprime la sua arte sintetizzando non solo l'evoluzione visiva del disegno e della pittura degli ultimi trent'anni (facendo tesoro del lavoro svolto nel campo dell'animazione), ma fa inoltre riferimento esplicito alle illustrazioni medioevali del codice miniato, al ciclo bretone e a quello carolingio.

L'Età dell'Oro, anteprima 02

Osservando il volume sotto l'aspetto del prodotto tipografico, l'elegante cartonato spicca tra le proposte in vendita sugli scaffali delle librerie e delle fumetterie italiane. Le sue dimensioni importanti che catturano lo sguardo a prima vista e la pregevolissima fattura tipografica degli interni sono caratteristiche che, da sole, varrebbero l'acquisto.

La storia raccontata ha come protagonista la giovane principessa Tilda, ma prima di seguire in modo diretto i passi della ragazza, Pedrosa e Moreil si prendono tutto il tempo per mostrare ai lettori un regno in declino con connotazioni fantasy che si ispirano fortemente al tardo medioevo nordeuropeo. In quest'ambientazione giochi di potere e figure losche tramano per esiliare (o peggio) la giovane donna, dopo la tragica morte del re padre.

Sfogliando le prime pagine salta subito all'occhio un importante riferimento alla storia del medium Fumetto (questa volta tutto italiano), nello specifico al Romeo e Giulietta di Gianni De Luca, dove la ripetizione dei personaggi all'interno della stessa vignetta o splash page scandiva lo scorrere del tempo del racconto. I dialoghi che descrivono il mondo in cui si svolge la vicenda sono condotti tanto da paesani quanto da membri della nobiltà, con un registro linguistico ben tradotto da Michele Foschini che varia a seconda dei contesti, offrendo una pluralità di punti di vista sulla storia e, sotto il profilo allegorico, sugli attualissimi temi di giustizia e uguaglianza sociale.

L'Età dell'Oro, anteprima 03

L'intreccio tra le varie voci è sicuramente ben costruito, al punto tale da offrire al lettore un'importante libertà riguardo il prendere posizione per una parte o per l'altra. In particolare, man mano che il viaggio di Tilda e dei suoi compagni nel "suo" mondo straordinario si farà complesso, sarà sempre più difficile capire dove finiscano le ragioni dei giusti e inizino quelle dei malvagi. Centro nevralgico della contesa è un fantomatico testo intitolato proprio "Età dell'Oro", lontano nel tempo e nella memoria quasi come fosse un miraggio irraggiungibile.

Il racconto non si ispira solo graficamente al periodo dell'Alto Medioevo: anche alcuni aspetti della trama sono vicini agli stilemi classici dei poemi cavallereschi del Basso Medioevo, in linea con "le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese" incarnati nella forma più celebre nel'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (solo per fare un esempio) e ai cavalieri dalle chanson de geste francesi a cui tale componimento si ispira. D

ifferentemente da quanto si è letto del materiale prodotto in quel periodo, però, ne L'Età dell'Oro sono assenti i riferimenti a qualsiasi possibile forma di religione e parimenti sarebbe errato accostare l'ereditiera al trono a un personaggio salvifico come Giovanna D'Arco. Tilda è una donna che costruisce da sola il proprio destino, facendosi carico unicamente della sua convinzione e delle sue idiosincrasie, procedendo su strade che non conducono alla vittoria certa o a una facile predestinazione.

L'Età dell'Oro, anteprima 04

Per evitare spoiler sulla trama non è possibile approfondire ulteriormente lo sviluppo della vicenda, ma è certo che il lettore troverà davvero interessanti le diverse sfumature trattate che riescono a collegare senza alcuna forzatura il racconto ai temi che tengono banco nella situazione socio-politica mondiale di questi anni.

Ciò che resta al termine della lettura è un'emozione complessa, figlia di un bombardamento visivo costante, pagina dopo pagina. Se i paesaggi che accolgono la storia appaiono fatati e distanti da noi, rasentando la perfezione nella loro realizzazione, le questioni degli uomini riportano il lettore alla realtà senza troppi convenevoli. I protagonisti sentono il peso dell'incertezza e del pericolo incombente, vivendo sulla loro pelle cosa significhi cercare di raggiungere un obiettivo ignoto, guidati unicamente da una causa importante e dalla propria forza di volontà contro il mondo intero.

Tra i tanti titoli usciti quest'anno nel mercato italiano delle nuvole parlanti, il primo volume di L'Età dell'Oro è uno dei pochi titoli talmente ben fatti da essere raccomandati a prescindere dai gusti personali del singolo lettore. Lasciatevi cullare dalle atmosfere oniriche di Pedrosa e Moreil, non ve ne pentirete.

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