L'Estate Diabolika, la recensione
L'Estate Diabolika ci trasporta nella Francia del 1967, dove il giovane Antoine viene coinvolto in un mistero che lo perseguiterà per moltissimi anni...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Non è un caso che il titolo sia L'Estate Diabolika: l'autore sfrutta il celebre ladro creato dalle sorelle Giussani come simbolo di ciò che i ragazzi si trovano a vivere. Il fratello maggiore di Erik ha una collezione di albi di Diabolik e sfogliandoli si possono trovare criminali, avvincenti corse in Jaguar, sensuali donne straniere... chi potrebbe immaginare che qualcosa del genere possa avvenire anche nel mondo reale? Eppure Antoine ed Erik presto scoprono segreti dal passato dei loro genitori e si accorgono che alcune figure sospette si aggirano in paese.
Il motivo di questa divisione è presto spiegato: la prima pubblicazione de L'Estate Diabolika conteneva soltanto la prima parte, visto che la prosecuzione dell'indagine scaturisce dall'incontro tra l'autore e un personaggio avvenuto alla presentazione di un libro, come raccontato nel fumetto. Alcuni particolari svelati permettono ad Antoine di riallacciare alcuni fili rimasti a lungo sospesi ed è bizzarro pensare alla prima metà del fumetto proposta al pubblico senza alcuna avvisaglia di un seguito, poiché è nella seconda parte che tutto viene svelato e si ha una risoluzione più che soddisfacente.