Les Revenants 2x01 "L'Enfant"/2x02 "Milan": la recensione
I primi due episodi della nuova stagione di Les Revenants: un inizio confuso che a poco a poco ci fa immergere ancora nel mistero
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La storia riprende sei mesi dopo l'allagamento della piccola valle incastonata tra le montagne. Un po' per l'accaduto, ma soprattutto per la tragica notte durante la quale il rifugio Mani tese è stato assaltato dai ritornati, la gran parte degli abitanti ha deciso di abbandonare il paesino. Quelli che sono rimasti dividono il posto con i militari, che ignorano la componente sovrannaturale di quanto è accaduto e cercano di capire che fine abbia fatto il gruppo di gendarmi scomparsi e perché il livello dell'acqua in sei mesi si sia mantenuto perfettamente stabile. Il punto di ripartenza della storia coincide con l'arrivo di Berg, nuovo incaricato delle rilevazioni, personaggio che fin da subito dimostra di saperne molto di più sulla faccenda, come quando si reca a casa di Jerome a chiedere notizie di Camille.
È un Les Revenants che fa i conti con se stesso e con ciò che vuole essere. Tre anni dopo la stessa formula può funzionare solo fino a un certo punto. L'elemento sovrannaturale è stato ampiamente sdoganato, l'idea della morte e del ritorno, così suggerita e quasi astratta nella prima stagione, è una realtà concreta quanto un cervo ferito a morte che si aggira tra le case abbandonate. Si rilancia quindi puntando sulla storia, recuperando tutti i punti in sospeso della prima stagione e, possiamo spingerci a credere, integrandoli nel più grande mistero della vicenda. Qual è il segreto di Victor, e perché la sua famiglia avrebbe dovuto andarsene? Gli isolati ritorni della prima stagione sono il preludio a qualcosa di più grande, un evento in cui Adele, che finora ha rifiutato le sue responsabilità e il bambino avuto con Simon, potrebbero avere un ruolo decisivo.