Les Miens, la recensione

La nostra recensione di Les Miens, film diretto da Roschdy Zem e presentato in concorso a Venezia 79. Con Roschdy Zem, Sami Bouajila

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La recensione di Les Miens, presentato in concorso al Festival di Venezia

L’idea di Les Miens è semplicissima: raccontare i drammi quotidiani di una famiglia ordinaria attraverso un evento cardine che rimescola le carte in tavola. Scritto come una storia corale dai toni leggeri - sia in dramma che in commedia - Les Miens di Roschdy Zem trova però nel rapporto tra due fratelli il suo focus narrativo, creando con leggerezza disimpegnata un feel good movie dal buon sapore.

Vicino al cinema di Louis Garrel (si pensi a L’innocent, dove c’è Roschdy Zem stesso), Les Miens usa infatti una svolta tragicomica per attivare una serie di conseguenze inaspettate, per cui le reazioni di personaggi a tale evento ne rivelano caratteristiche apparentemente nascoste. L’evento in questione è la caduta di Moussa (Sami Bouajila) durante una festa che ne causa un forte trauma cranico. All’interno della famiglia Moussa è sempre stato il fratello buono, paziente, soprattutto nei confronti di Ryad (Roschdy Zem), presentatore televisivo che si è sempre rivelato assente e disinteressato rispetto ai problemi degli altri. Dopo la caduta Moussa diventa sincero in modo spietato, arrabbiato e senza peli sulla lingua, pronto a rinfacciare a tutti (figli compresi) i loro difetti: il disagio di Moussa sarà allora l’occasione per Ryad di guardare i suoi difetti allo specchio, cercando nuovi punti di contatto con le persone che lo circondano.

Les Miens è un film dal meccanismo estremamente lineare: il suo svolgimento è infatti prevedibile, eppure la scrittura leggera e accattivante di Roschdy Zem e Maïwenn (quest’ultima interpreta la compagna di Ryad) riesce a far dimenticare il punto d’arrivo, creando un piacevole microcosmo di debolezze e ilarità dove ogni personaggio affronta il suo piccolo percorso di crescita. Non si tratta di nulla di eclatante, eppure nella sua semplicità Les Miens riesce a trovare piccoli momenti di verità familiare in cui molti spettatori riusciranno a trovare qualcosa di personale.

Che si tratti di sensi di colpa, anaffettività come autodifesa o di un altruismo non ricambiato, alla fine dei conti Les Miens più che altro mette in scenda queste piccole dinamiche per raccontare come la famiglia sia un luogo di amore quanto di scambio mai alla pari, dove i rapporti sono soggetti ad una negoziazione costante.

Roschdy Zem si osserva e osserva i suoi comprimari sempre con sguardo amorevole, mettendo tutti i personaggi nella condizione di essere in qualche modo ognuno nel giusto: positivo ma non giudicante, Les Miens ribadisce così l’importanza (e dignità) che ha ogni persona in un nucleo familiare. Tra tutti quanti è però Sami Bouajila il vero cuore del film, un personaggio che con ironia e durezza riesce ad essere, nel suo non far nulla, cartina tornasole attraverso cui misurare i caratteri degli altri.

Siete d’accordo con la nostra recensione di Les Miens? Scrivetelo nei commenti!

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