Les Intranquilles, la recensione | Cannes 74

Il peggiorare giorno per giorno di un uomo affetto da disturbo bipolare è al centro di Les Intranquilles di Joachim Lafosse

Critico e giornalista cinematografico


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Les Intranquilles, la recensione | Cannes 74

Un pittore affetto da disturbo bipolare vive con moglie e figlio ma, lo scopriremo verso metà film, ha smesso di prendere il litio che gli impedisce di avere le sue crisi. Quando il film parte è già abbastanza iperattivo, fa ridere, non si ferma mai, vuole fare mille cose, è pieno di energie. Più avanziamo meno si ride perché comincia a non dormire più, a fare cose anche di notte, tutti sono preoccupati e al terzo giorno senza dormire la sua iperattività mette a rischio le persone intorno a lui. Lo porteranno in ospedale per costringerlo e riposare e tornare normale. Il litio lo tiene a bada ma lo distrugge anche, lo priva della voglia di fare tutto. E lui non vuole stare così.

È questo il punto di Les Intranquilles, non tanto l’arco narrativo dei personaggi, che non c’è, ma il racconto della quotidianità del protagonista e soprattutto di sua moglie. È lei il vero centro del racconto, come questa donna viva accanto ad un uomo malato che sempre di più mette a rischio la vita di tutti, soprattutto del figlio con cui vuole mantenere i legami e che invece è molto spaventato da un padre con il quale non si può ragionare.
Questa scelta fa sì che Les Intranquilles proceda di giorno in giorno, mettendoci molto a raccontare quel che potrebbe essere narrato in poco proprio perché il punto non sono i personaggi ma la maniera in cui gli eventi si snodano e sembrano inarrestabili, sembrano peggiorare rapidamente e diventano imprevedibili. Il punto è come questa donna venga fiaccata e quindi lo dobbiamo sentire anche noi.

Quel che viene raccontato allo spettatore è la vita accanto ad un uomo affetto da disturbo bipolare e quindi come i molti tentativi di ragionare, chiedere aiuto o pregarlo di calmarsi siano inutili. Però è una prospettiva che non funziona, proprio per la mancanza di un arco narrativo per almeno uno dei due personaggi o del loro rapporto (com'era l'altro film di Joachim Lafosse Dopo l'amore). Non è nemmeno una vera narrazione della lotta di una donna forte, cioè della battaglia per curare il marito, perché non c’è un obiettivo finale, la moglie procede di tentativo in tentativo senza una chiara strategia o una speranza. E soprattutto lei è l’opposto di una donna molto forte, è un personaggio pieno di fragilità che vediamo crollare non tenere duro.
Les Intranquilles sostanzialmente è un film di frustrazione che racconta molto bene come sia la quotidianità di una persona affetta da disturbo bipolare, ma non riesce mai a fare molto più che descrivere. Denota senza connotare, di fatto stufando dopo un po’ e non avendo molto da dire su quel che mostra.

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