L'Era Glaciale: in Rotta Di Collisione, la recensione
Più vicino alla vera matrice della serie, cioè le Looney Tunes, L'Era Glaciale: in Rotta di Collisione allarga a tutto il film lo stile delle gag di Scrat
Se Scrat inseguirà per sempre la sua ghianda senza poterla mai davvero possedere (stavolta addirittura nello spazio), Manny, Diego e Sid vivrano avventure senza poter mai davvero poter cambiare, condannati a ripetere le medesime dinamiche. La Pixar anche nella sua saga più longeva, quella dei giocattoli di Toy Story, dimostra ogni volta di cambiare le interazioni tra personaggi, L’Era Glaciale invece conferma di avere la medesima continuità di una serie animata per la tv.
Già dall’obiettivo dell’avventura (ma anche dal ritorno dell'assurdo Buck) è però evidente quella che è la caratteristica più saliente di questo quinto film: il demenziale.
Scrat, lo sappiamo, è sempre stato il protagonista segreto di questa saga, ora lo spirito dei suoi intermezzi è stato allargato a tutta la più noiosa e conservativa parte principale, quella dei buoni insegnamenti familiari e della tenerezza delle convenzioni. Mike Thurmeier e Galen T. Chu (precedentemente animatori della serie o per la Blue Sky) fanno un lavoro sopraffino di editing in ogni scena, e dalla più scema delle trame tirano fuori un concentrato brevissimo (solo 94 minuti) di battute e assurdità una in fila all’altra. La forma pura dell’animazione classica che guarda alla perfezione dei Chuck Jones e dei Tex Avery.