L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri - la recensione
Sid prova ad adottare delle uova di dinosauro, ma come sempre le sue bizzarre idee metteranno nei guai lui e il gruppo. Un prodotto gradevole e assolutamente vedibile, ma nella saga affiorano segnali di stanchezza...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloL'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauriRegiaCarlos Saldanha, Mike ThurmeierVoci originali
Queen Latifah, Denis Leary, John Leguizamo, Chris Wedge, Karen Disher, Josh PeckUscita28 agosto 2009
La scheda del film
Di fronte al terzo capitolo di una saga fortunatissima come L'era glaciale, è ovvio che mere considerazioni tecniche non possono bastare. Siamo di fronte infatti alla pellicola d'animazione di maggiore successo di tutti i tempi nei territori extraamericani (in attesa dell'uscita italiana, che male che vada una ventina di milioni di dollari li aggiungerà), il tutto nonostante il secondo episodio fosse già un passo indietro rispetto alle delizie del primo capitolo, anche se comunque assolutamente gradevole. Insomma, il classico prodotto che alla fin fine non scontenta veramente nessuno, una sorta di bene affidabile e che non fa temere di perdere i propri soldi a vuoto.
A questo proposito, l'impressione è che si voglia puntare sui consueti punti di forza della serie, senza spingersi troppo in là. Scrat, per esempio, è molto divertente nei momenti in cui è in scena, ma purtroppo molte di queste cose le abbiamo già viste su Internet nelle varie clip di presentazione. Nulla di male, visto che promuovere il prodotto con i mezzi migliori è una scelta giustissima, ma ovviamente alla quinta o sesta volta l'effetto non è propriamente lo stesso.
Ma quello che emerge maggiormente sono i dialohi. Se quelli del primo erano memorabili e quelli del secondo comunque assolutamente efficaci, qui non siamo proprio allo stesso livello. Difficile pensare a battute che rimarranno in testa (anche soltanto per qualche ora), mentre purtroppo bisogna constatare che si sta scivolando verso un certo solipsismo da pellicole Dreamworks, con i protagonista che esagerano in monologhi poco efficaci.
Cos'è che salva la vicenda dall'affondare nella peggiore mediocrità? Beh, i personaggi continuiamo ad adorarli, qualsiasi cosa facciano. Si potrà anche dire (giustamente) che si vive un po' di rendita, ma è una rendita decisamente imponente e che ancora non è stata completamente dilapidata.
Il nuovo personaggio di Buck funziona bene ed è un po' l'anima scavezzacollo della pellicola, quello che un tempo era Sid e che ormai sta iniziando a mancare. Certo, il doppiaggio sicuramente non aiuta con alcuni dei suoi giochi di parole (e il lavoro sulle voci italiane dei mammuth è francamente poco efficace, per non dire peggio), ma Buck regge veramente il film, tanto che la parte peggiore è sicuramente quella iniziale, in cui lui non c'è.
E, guarda caso, anche a livello di immagini, i momenti migliori sono quelli in cui lui è al centro della situazione, con la sequenza dello scontro epico che lo vede 'coraggioso' interprete che diventa probabilmente il momento più visionario e di valore di questo prodotto.
Alla fine, non sarò certo io a oppormi a un quarto capitolo (cosa che, con i risultati internazionali straordinari di questo, sarebbe comunque fatica inutile). Ma speriamo che la prossima volta gli autori ci regalino una trama un po' meno esile...