Legion 2x10 "Chapter 18": la recensione
La recensione del decimo episodio stagionale di Legion
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In realtà c'è anche dell'altro, come da sempre la serie ci racconta. David è il protagonista in bilico tra la caduta e la salvezza. Il parassita, come ci viene ripetuto per bocca di Melanie anche in questa occasione, non è l'unico motivo dietro i gesti violenti del protagonista. In realtà negli anni il mostro è diventato lo scudo per giustificare ogni prevaricazione e ogni piacere provato nel manipolare gli altri. Anche stavolta David si trasforma in un torturatore nel momento in cui vuole estrapolare informazioni importanti da Oliver, ed è il puro piacere della distruzione quello che assapora. Farouk allora diventa qualcosa di diverso dalla nemesi stagionale, ma si trasforma in un mezzo, l'ostacolo da oltrepassare per definire finalmente ciò che si è.
Ci piace molto vedere in azione Kerry, e l'arrivo in extremis di Lenny ci lascia con la curiosità di sapere come funzionerebbe un'accoppiata così sul campo. Al tempo stesso, considerato l'approssimarsi dello scontro tra Farouk e David, è particolare il fatto che l'episodio non si concentri mai del tutto su di loro. Sono personaggi che ci vengono raccontati, con i loro conflitti, sempre per bocca di qualcun altro. C'è sempre un filtro, della memoria oppure una visione di qualche genere, che si antepone all'esperienza diretta dei fatti da parte di quei personaggi. Allora in tutto questo assume grande importanza il personaggio di Syd. Ci viene praticamente detto dall'inizio della stagione che il peso del conflitto ricade su di lei, e che lei sarà l'ago della bilancia non tanto nella lotta contro Farouk, ma nel tentativo di salvare David.