Legion 2x05 "Chapter 13": la recensione

La recensione del quinto episodio stagionale di Legion

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Spoiler Alert
Apparently, on Legion...

Questo "apparentemente" così inusuale in apertura di episodio, mette l'accento fin da subito sulla necessità di distinguere bene tra ciò che abbiamo visto e ciò che ancora è nascosto. L'intero episodio che segue, il Chapter 13, continua a battere su questo punto alternando in modo equilibrato tra passato e presente. Lo fa illuminando quest'ultimo di rivelazioni continue, fino al colpo di scena finale che ripresenta sotto una diversa luce tutto ciò che abbiamo visto fino a quel momento, e ancora prima. Ne viene fuori un episodio di Legion come al solito diretto in modo creativo, ben scritto, molto ben strutturato. Il tutto si conclude con una sfida aperta che annulla, forse fin troppo, parte degli eventi delle puntate passate, in vista di uno scontro a distanza che si afferma sempre più come il grande nucleo della stagione.

Ci troviamo in una stanza d'interrogatorio, e di fatto non ce ne andremo mai nel corso della puntata. Ci sono incursioni all'esterno, molte in verità, ma si tratta di flashback o visioni che appaiono più come il parto incosciente di una mente, come quella di Lenny, molto confusa. Il personaggio è stato catturato e portato dentro la struttura. In una gabbia che si affaccia sul mondo e non offre punti di riferimento, con le sue prospettive rovesciate, scopriamo qualcosa di più sul personaggio, e non solo. Dopo la prigionia mentale cui sono stati sottoposti gli altri personaggi, poi liberati da David, ora si tratta di scavare più nel profondo di questo personaggio, ora tremendamente corporeo e inquietante, che proprio non sappiamo come interpretare.

È una spia? Forse sì, dato che "non sta non lavorando" per Farouk. È una vittima? Forse è anche questo, come scopriremo a poco a poco nella puntata. L'episodio, come altre volte nella serie di Noah Hawley, è integrato da momenti estranei alla narrazioni, in cui una voce narrante esprime concetti astratti, sempre in modo creativo. In questo caso nulla di straordinario, considerazioni sugli schemi ricorrenti che identifichiamo non come coincidenze, ma come indizi di qualcos'altro. Più interessante rispetto a quel che la puntata racconta è allora la considerazione di Ptonomy sull'inesistenza del presente. Ciò che è attuale, al di là del suo essere filosoficamente quasi inafferrabile, è comunque tale rispetto ad un passato o un futuro che lo definiscono. La narrazione che osserviamo muta di minuto in minuto all'accrescere della nostra consapevolezza grazie ai flashback.

Si giunge infine, dopo un continuo alternarsi di interrogatori e flashback, alla chiusura finale, in cui i due momenti si allineano grazie al potere di David, che riesce a leggere la verità. Farouk, nelle fattezze di Oliver, ha recuperato una sorta di "stampo" dai resti della Lenny originale, e li ha usati su Amy, sorella di David, per trasformarla nell'altra donna. C'è orrore crescente nell'esecuzione della scena – Legion riesce molto bene a giocare col genere – e nella consapevolezza di David, vittima come Lenny del Re delle Ombre. A questo punto la sfida è lanciata, e non ci sarà tregua. L'episodio è molto buono, creativo, interessante e ben scritto. Certo, tutto il discorso della tregua cade rispetto a questo deliberato e crudele attacco al protagonista, che altro non potrà fare se non agire di conseguenza.

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