Legion 2x03 "Chapter 11": la recensione
La recensione del terzo episodio stagionale di Legion
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Ma qualcosa si dovrà pur dire, e quindi ecco che un flashback ci mostra la caduta e la prigionia di Farouk. Il suo corpo si trova sprofondato in un monastero, custodito da monaci che vivono la loro intera vita come guardiani del villain. Ma sarà davvero un villain? Farouk è diabolico nel senso più persuasivo del termine. Gioca con le parole, ancora una volta, nel momento in cui David si rivolge a lui per un nuovo confronto circa i termini del loro accordo. Da parte sua il mutante vorrebbe solo riprendere il proprio corpo per allontanarsi e vivere la sua vita in pace. Non gli crediamo del tutto. Sullo sfondo, Lenny acquisisce sempre maggiore autonomia come essere senziente (o pensiero che ha imparato a pensare).
C'è un Minotauro in questo particolare labirinto senza pareti, e c'è una storiella che serve a risvegliare chi sta dormendo, e che nella sua forma ci ricorda molto il racconto del topo sempre di Alice nel Paese delle Meraviglie. La storia di per sé va avanti nel confronto atteso con il monaco – anche qui tante idee di messa in scena, mai scontata – e nella sfiducia crescente di Vermillion nei confronti di David. Tornando al prologo della puntata, che illustra il disturbo di conversione, Legion allora impiega tutta una puntata per raccontarci l'epidemia particolarissima, quella dei denti battuti, che dilaga tra i personaggi. David corre da una mente all'altra, come una sorta di medico dei pensieri che di volta in volta non sa cosa si troverà di fronte. Dopo Ptonomy e Melanie lo vediamo entrare nella mente di Syd, una landa gelata in cui l'episodio si interrompe.