Legion 2x03 "Chapter 11": la recensione

La recensione del terzo episodio stagionale di Legion

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Legion è sempre una serie scritta in stato di grazia, ma quando tira fuori episodi come quest'ultimo, diventa un'esperienza quasi fuori dal mondo. Dopo che lo scorso episodio aveva lasciato ravvisare una forma del racconto più tradizionale, meno sperimentale, questa nuova puntata compensa ampiamente quella linearità premendo fortissimo sul pedale delle allucinazioni. In ogni forma e secondo vari motivi, l'importante è dislocare la mente dei protagonisti, e la nostra, in un altrove privo di punti di riferimento. Allora la mente stessa si fa corpo infettato dalla malattia, come un breve prologo alla puntata ci racconta. L'episodio è splendido, non c'è molto da aggiungere oltre a questo.

Ma qualcosa si dovrà pur dire, e quindi ecco che un flashback ci mostra la caduta e la prigionia di Farouk. Il suo corpo si trova sprofondato in un monastero, custodito da monaci che vivono la loro intera vita come guardiani del villain. Ma sarà davvero un villain? Farouk è diabolico nel senso più persuasivo del termine. Gioca con le parole, ancora una volta, nel momento in cui David si rivolge a lui per un nuovo confronto circa i termini del loro accordo. Da parte sua il mutante vorrebbe solo riprendere il proprio corpo per allontanarsi e vivere la sua vita in pace. Non gli crediamo del tutto. Sullo sfondo, Lenny acquisisce sempre maggiore autonomia come essere senziente (o pensiero che ha imparato a pensare).

Il resto della puntata è un viaggio nei labirinti – letterali – della mente. Nella settimana del ritorno di Westworld poteva essere un problema, ma Legion ha uno stile ineguagliabile e una personalità fortissima. Dove due settimane fa la serie chiudeva la première con White Rabbit dei Jefferson Airplane, qui il nostro David-Alice si ritroverà in un altro giardino labirintico, tra personaggi che colgono rose bianche in un loop eterno ed altri davvero difficili da definire a parole. Se la mente di Ptonomy ha una precisa descrizione ambientale, quella di Melanie è davvero peculiare. Vogliamo descriverla come un'idea astratta con cui si può interagire solo tramite un gioco simile a Zork? Più o meno ci siamo, ma ancora alla serie non basta.

C'è un Minotauro in questo particolare labirinto senza pareti, e c'è una storiella che serve a risvegliare chi sta dormendo, e che nella sua forma ci ricorda molto il racconto del topo sempre di Alice nel Paese delle Meraviglie. La storia di per sé va avanti nel confronto atteso con il monaco – anche qui tante idee di messa in scena, mai scontata – e nella sfiducia crescente di Vermillion nei confronti di David. Tornando al prologo della puntata, che illustra il disturbo di conversione, Legion allora impiega tutta una puntata per raccontarci l'epidemia particolarissima, quella dei denti battuti, che dilaga tra i personaggi. David corre da una mente all'altra, come una sorta di medico dei pensieri che di volta in volta non sa cosa si troverà di fronte. Dopo Ptonomy e Melanie lo vediamo entrare nella mente di Syd, una landa gelata in cui l'episodio si interrompe.

Continua a leggere su BadTaste