Legion 1x08 "Chapter 8" (season finale): la recensione

Si chiude con un ottimo episodio la prima stagione di Legion: una delle serie rivelazione degli ultimi mesi apre la strada per la seconda annata

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Spoiler Alert
Fa un passo indietro rispetto alle acrobazie narrative delle scorse settimane quest'ultimo episodio di Legion. La serie rivelazione di FX chiude la stagione seguendo percorsi lievemente più concilianti e canonici rispetto a quello che avevamo sperimentato nei sette episodi precedenti. Se la scoperta del Re delle Ombre rilancia la sfida del gruppo nel tentativo di salvare David da se stesso, allora il limbo di possibilità nel quale erano stati rinchiusi fino ad ora i protagonisti si rivela per ciò che è: qualcosa di più lineare e probabilmente gratificante per lo spettatore che accarezza un senso di chiusura. A quel punto lo stesso cliffhanger della scorsa settimana viene ridimensionato e ridotto a una circostanza più o meno incidentale nella scrittura.

Come detto, si tratta di rincodurre tutte le situazioni più importanti ad un momento comune, una crisi finale che porta a rischiare il tutto per tutto. Ci saranno pericoli da affrontare, scelte difficili da prendere, e nuovi cliffhanger lanciati sulla strada, verso una seconda stagione già confermata. Allora uno dei momenti di scrittura più inattesi del Chapter 8 è proprio l'inizio della puntata, che ci racconta il risveglio e la riabilitazione di Clark, personaggio sfuggente che riceve ora una connotazione molto intima. Sembra qualcosa di casuale, ma l'impatto sul senso delle scene seguenti è evidente. Messi dal punto di vista di Clark, ciò con cui abbiamo a che fare ci appare molto più minaccioso.

L'universo degli X-Men, giustamente, puntualizza sempre l'idea della discriminazione, la paura del diverso, la difficoltà nell'integrazione, e lo fa da un punto di vista unilaterale. Qui abbiamo un assaggio di quello che può essere il timore di chi si trova inerme di fronte a persone che non esita a definire "dei". Lo stesso modo con cui David si libera agilmente dei soldati della Division appare ridicolo nelle sue conseguenze, quando in passato era stato terrificante, ma serve a dare forza al messaggio in sé, e poco importa che poco dopo David ripeta "you don't have to be afraid" (con un tono tutt'altro che rassicurante).

David rimane, parassita o meno, un eroe in bilico, una sorta di "mutante prescelto" che può portare il caos o l'ordine, ed entrambe le possibilità spaventano nel momento in cui le capacità incredibili del protagonista si scatenano. Anche nel momento cruciale, quello in cui è chiaro il desiderio di David di essere libero da Farouk, la battaglia non è vinta ma solo rimandata e solo grazie all'intervento di Syd. Molto bello il momento in cui il parassita salta di persona in persona, forse la scena più creativa dell'episodio (ma anche l'apparizione finale di Lenny non scherza). In un episodio in cui David cita, probabilmente, John Lennon, sono i Pink Floyd a fare capolino nella colonna sonora, giustamente, dopo essere stati evocati così a lungo.

Allora il "lato oscuro della luna" per David è la mente celata a lungo tempo, il desiderio di ridefinire se stesso per ciò che potrà essere veramente al di là del condizionamento del parassita. Un'altra mente in questa legione che abita nella sua testa, forse la mente definitiva che porterà quiete almeno in lui. Tutte considerazioni che andranno rimandate al prossimo anno, alla seconda stagione della serie di FX. La scena dopo i titoli di coda – un po' esagerata come realizzazione in verità – rilancia con un altro tipo di prigionia la situazione di David, forse mettendo in gioco l'Equinox di cui si fa cenno nella puntata. Intanto, Oliver e il parassita viaggiano lontano.

Questa era la prima stagione di Legion, e bisogna dire che la serie di Noah Hawley ha vinto la propria scommessa. Lo ha fatto nonostante un po' di spaesamento iniziale, più nostro che dello show, che da parte sua ha sempre avuto le idee ben chiare su ciò che voleva essere. A fronte di un intreccio tutto sommato molto più semplice di quello che potrebbe apparire, Legion ha dimostrato chiarezza d'intenti, capacità di sperimentare, voglia di sorprendere e di prendersi i propri rischi all'interno del proprio genere di riferimento. Lo ha fatto misurando con intelligenza distanze e obiettivi, racchiudendo in appena otto episodi tutto ciò che aveva da dire.

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