Legion 1x06 "Chapter 6": la recensione
Legion si avvicina al finale della prima stagione, continuando a intrappolare noi e i protagonisti in una dimensione indecifrabile
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Non si può dire che Chapter 6 riesca in tutto questo, ma è più un senso di abitudine a farci dire così, piuttosto che una reale valutazione sull'episodio, allucinato come al solito. Qui abbiamo una sequenza di danza liberatoria di Lenny sulle note di Feelin' Good, insetti che escono dalle torte, memorie di traumi del passato, palombari - o forse "eternauti" - che viaggiano tra piani astrali. Il solito campionario di assurdità a cui Legion ci ha abituati. Eppure è piacevole, una volta smesso di attendere una svolta classica per lo show, perdersi in questi momenti assurdi e spiazzanti, aspettare ciò che verrà, tra sogni e desideri.
Melanie è impotente di fronte a ciò che accade, come vediamo nel momento in cui ci offre forse l'unica prospettiva esterna sugli eventi (una specie di momento al super rallenty in cui tutto si è congelato). David stesso torna all'idea di abbandono, la stessa che in qualche modo accomuna tutti questi figli spauriti dimenticati dai loro affetti. Singolare la caratterizzazione di Amy, carnefice in almeno tre momenti definiti, come se fosse uno strumento del condizionamento degli altri.
A due episodi dalla conclusione, già rinnovato per una seconda stagione, Legion, così simile per certi versi a Mr. Robot, manca ancora di quel cuore emotivo e tematico che potrebbe davvero elevarlo a grandissima proposta televisiva. Rimane la (fredda?) consapevolezza di trovarsi di fronte a qualcosa dallo stile molto ricercato e visivamente sempre gratificante. Non è poco.