Legion 1x05 "Chapter 5": la recensione
Episodio splendido l'ultimo di Legion, in cui la mente di David dà forma all'incubo e scopriamo qualcosa di più su di lui
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"It wears a human face", ci avvertirà qualcuno riferendosi a David, o a ciò che lo possiede. L'episodio conferma l'idea generale che si poteva desumere dalle precedenti puntate. Esistono schegge impazzite che convivono nella mente di David, tutte riconducibili al parassita che si nutre del suo ospite. Quindi David è effettivamente un mutante potentissimo, ma questa sua condizione lo ha reso la casa ideale per un mostro che si annida tra i suoi ricordi, una presenza sfuggente che ha manipolato continuamente la sua mente per potersi costruire uno spazio sicuro da cui compiere il male.
Il cambiamento in David è evidente fin dal primo momento. Lo vediamo diverso, più sicuro di sé, più controllato nell'utilizzo dei suoi poteri. Questa calma apparente si risolve nell'attacco alla Division 3, che viene spazzata via, ad eccezione di The Eye, per salvare la sorella di David. Mentre Syd e gli altri rincorrono il mutante e il confine tra realtà e allucinazione si fa sempre più labile, emergono le motivazioni personali di David, che chiede a Amy di rivelargli il segreto che porta con sé da tempo.L'ambientazione da sempre sospesa in cui è calato Legion si risolve nell'abbraccio totale della visione modellata da David. A quel punto, come lui stesso dirà in una delle prime scene dell'episodio, non esiste alcuna differenza tra vero e falso. Il parassita si può manifestare come visione ripresa dalle telecamere notturne, mentre i soldati vengono falciati con un'indifferenza, quasi un divertimento fanciullesco, dissonante e terribile. A quel punto davvero la dimensione allucinata può entrare nel mondo, e viceversa, e poco importa il perché di un silenzio assoluto imposto ai personaggi e alla scena.
Il momento dell'incubo tra Amy e David è spaventosamente perfetto. Ancora una volta i simboli e i volti della legione si alternano, finché davvero per la prima volta il parassita si manifesta attivamente avanzando minaccioso contro Syd. Nel momento in cui il percorso di perdizione è abbracciato del tutto, la mente vera di David – ammesso che ce ne sia una – scompare. L'ultima scena a quel punto è solo l'eco lontana e rielaborata di altre situazioni, forse una diversa prospettiva sugli eventi, forse l'ultimo appiglio di una mente che arriva al collasso e preferisce negare tutto ricorrendo a uno stallo.A quel punto il rumore alienante, perché ripetuto ancora e ancora, di una pallina da ping pong, rimane l'ennesimo simbolo assorbito dalla serie per farne materiale da incubo. Al pari della canzone The Rainbow Connection o di un cagnolino.