Legion 1×04 “Chapter 4”: la recensione
Mentre la mancanza di punti di riferimento diventa un marchio dello show, Legion rimane una delle serie più interessanti in onda
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Al quarto episodio, Legion è ancora una scommessa. Dove la maggior parte delle serie a questo punto lascia ampio spazio a considerazioni degli spettatori, la serie di Noah Hawley non ridimensiona né stile né aspirazioni, convogliando sempre maggiore energia sugli elementi stilistici che finora l'hanno caratterizzata. Questo ne fa un prodotto difficile, una storia divisa tra empatia e paura, rifacendosi alla distinzione operata da Oliver nella cold open della puntata. Sensazioni, questo è tutto ciò che avremo, dato che per il resto è difficile trarre uno schema del tutto coerente dalla mole di piani astrali, concreti e temporali che si incastrano l'uno nell'altro.
Se dovessimo riassumere con un'immagine astratta ciò che accade – e lo facciamo perché altrimenti non se ne esce – David non riesce a reggere più piani sovrapposti nella propria mente. La struttura traballante dei ricordi precipita, appiattendo, uniformando, sovrapponendo informazioni e personaggi. Ne risulta una confusione di ruoli che è anche uno degli elementi ricorrenti dell'episodio. Kerry e Cary, ma anche Lenny e Benny, e infine Syd e The Eye. C'è un forte senso del grottesco nell'incontro tra David e Oliver, ma anche una gravitas che lo show riesce a sostenere (e quanto è difficile, con queste pretese) nel momento d'azione finale contro la Division.