La Leggenda di Arslan vol. 1 - 3, la recensione
Abbiamo recensito per gli affezionati di BadComics.it i primi tre volumi di La leggenda di Arslan, opera imperdibile di Hiromu Arakawa
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Abbiamo recensito per gli affezionati di BadComics.it i primi tre volumi di una serie attesissima in Italia, realizzata da Hiromu Arakawa, autrice del successo mondiale Fullmetal Alchemist. La sensei ha adattato con il suo stile inconfondibile, il suo tratto pulito ed elegante, le light novel originali di Yoshiki Tanaka, che dal 1986 a oggi continua a raccontare La Leggenda di Arslan. Lo scrittore a sua volta si sarebbe ispirato a una popolare epopea persiana, risalente addirittura al XIV secolo.
È tuttavia attorniato da figure che lo amano e si prendono cura di lui, come il gran generale Vahriz, suo personale istruttore nell'arte della scherma. La sua è una nazione guerriera e nei tankobon abbondano termini militari, tra cui spicca quello di Marzban; come nell'antica Partia, irriducibile avversaria di Roma, indica i comandati dell'esercito, in cui la cavalleria è il reparto fondamentale e devastante.
Siamo rimasti entusiasti di quest'opera imperdibile, narrata con grande maestria da Arakawa e con un trasporto contagioso, che porta il lettore a divorare le pagine. L'intreccio è ordito e sviluppato in maniera equilibrata, geometrica. La mangaka trasmette in maniera diretta e con grande spontaneità ogni scena, dal clangore dell'acciaio all'intrigo di palazzo, dalla bestialità della guerra all'umanità di chi ne è coinvolto.
La Leggenda di Arslan è infatti un fumetto con tematiche tremendamente moderne e attuali (il fanatismo religioso e la schiavitù) e come un grande classico racconta le gesta immense e l'immensa miseria che da sempre accompagna il nostro cammino.