Legends of Tomorrow 3x18, "The Good, The Bad and The Cuddly" [season finale]: la recensione

La nostra recensione del diciottesimo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, intitolato "The Good, The Bad and The Cuddly"

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Scegliendo di salvare il paese d'origine di Amaya, complice anche l'ennesimo tradimento di Damien Darhk, le Leggende hanno permesso al demone Mallus di liberarsi dalla sua prigione, utilizzando il corpo di Nora per tornare a camminare sulla Terra.

Solo il corretto utilizzo dei sei Totem potrebbe fermare il temibilissimo avversario, con i protagonisti che ripiegano, tornando nella Salvation del 1874 per elaborare una strategia, grazie anche al sacrificio di Rip Hunter. Nel Selvaggio West, le Leggende ritrovano vecchi alleati, tra cui Jonah Hex, mentre Ray e Damien hanno un piano tutto loro per salvare la vita di Nora.

Tutto è pronto per lo scontro finale.

Con The Good, The Bad and The Cuddly la terza stagione di Legends of Tomorrow giunge a compimento (in attesa della già annunciata quarta). E la parola "compimento" è tutt'altro che casuale: l'ultima annata dello show è infatti stata davvero quella nella quale questo ha trovato la propria dimensione, il proprio equilibrio narrativo, la propria nicchia, morigerata, nell'offerta sempre più massiva, inflazionata e ripetitiva che il palinsesto televisivo americano ha da offrire ogni giorno.

The Good, The Bad and The Cuddly è l'esempio "più perfetto" - perdonateci la definizione sgrammaticata, ma significativa - in questo senso, poiché in circa quaranta minuti di minutaggio propone l'essenza stessa di Legends of Tomorrow, senza nasconderne mai i difetti. Si tratta di uno show che i Millenials definirebbero senza dubbio come "ignorante", andando così a descrivere la natura terribilmente farsesca, parodistica, caciarona e decisamente imperfetta della serie TV. Ed è per questo che Legends of Tomorrow funziona.

Nel season finale va in onda una messinscena caotica e sconnessa, uno showdown in cui fanno ritorno molteplici personaggi chiave di questa stagione (ma anche delle passate), sia nel ruolo degli eroi che in quello dei villain. È una festa di laurea, con tanto di esame finale prima dei festeggiamenti, niente di più: viene da sé, dunque, che la fase di scrittura dell'episodio sia una delle più sconclusionate e incoerenti. E la cosa paradossale è che, alla fine, va bene così, perché il vuoto lasciato da una trama insoddisfacente viene volutamente compensato portando ai massimi livelli tutti gli elementi narrativi più d'intrattenimento, dalla gag al nonsense più totale (si guardi al ritorno di Beebo).

Ben intesi, queste trovate non possono e non potranno mai essere una soluzione valida e credibile nella costruzione di qualsiasi storia, ma possono funzionare in casi isolati e sostanzialmente conclusivi.

Ottima è inoltre la chiusura degli archi narrativi dei personaggi che per forza di cose non vedremo più - anche se, "mai dire mai" - nell'Arrowverse. Rip Hunter e Damien Darhk (di nuovo) trovano una morte credibile, mentre Amaya fa l'unica scelta davvero possibile. Per gli altri, il futuro è ancora da scrivere.

Alla fine, come avevamo già affermato, Mallus si è rivelato un main villain abbastanza inutile, uno spauracchio utilizzato spesso e volentieri come pretesto narrativo per sorreggere la trama generale, e anche questo non è un male assoluto, poiché tale soluzione ha permesso la messinscena di tante storie più raccolte e assai gradevoli. Gli effetti speciali, largamente utilizzati nel corso dell'episodio, specie nella battaglia finale, sono di risoluzione abbastanza grezza, ma comunque efficace. Paradossalmente, Mallus ha un design sostanzialmente simile a quello di Steppenwolf del film Justice League, ma la sua resa visiva è evidentemente migliore di quella del villain dell'imbarazzante pellicola del DCEU.

La terza stagione di Legends of Tomorrow, dunque, è stata la migliore dello show, finora, ma soprattutto è servita a edificare una struttura narrativa abbastanza solida e a dare una direzione chiara. Restiamo ora in attesa di scoprire cosa ci riserverà la quarta, che avrà John Constantine tra i protagonisti.

Il titolo dell'episodio è evidentemente una parodia del grande classico western The Good, The Bad and The Ugly (1966) - Il buono, il brutto e il cattivo - diretto da Sergio Leone. Nel season finale viene rivelato come il vero nome di Mallus sia Malice: stranamente, per quanto i fumetti Marvel abbondino di villain con questo nome - da due avversari di Pantera Nera a uno degli X-Men - nell'Universo DC c'è solo un personaggio con questo nome, ossia la figlia del Nuovo Dio Vermin Vundabar nonché una delle Furie.

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