Legends of Tomorrow 3x17, "Guest Starring John Noble": la recensione

La nostra recensione del diciassettesimo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, intitolato "Guest Starring John Noble"

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Mallus sta per liberarsi dalla sua prigione ultraterrena, utilizzando il corpo di Nora Darhk come avatar. Le Leggende sono dunque quanto mai impegnate nel tentativo di impedire la catastrofe.

In questo specifico caso i protagonisti devono cercare di risolvere un duplice anacronismo: Wally e Nate si recano nello Zambesi del 1992 sulle tracce di Amaya, tornata nella sua terra natia per impedire il misterioso genocidio del suo popolo. Il resto della squadra viaggia invece negli Stati Uniti del 1979, dove un furioso Gorilla Grodd è intenzionato ad assassinare il futuro Presidente Barack Obama (qui in versione giovanile, ai tempi del college).

Le Leggende potrebbero inoltre trovare un inaspettato alleato in un redento (?) Damien Darhk che ha compreso che l'eventuale arrivo di Mallus coinciderebbe con la morte della sua ritrovata figlia.

Ci risiamo: il penultimo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, è un altro riuscitissimo teatro dell'assurdo. Partendo dal presupposto che nelle sue battute finali la storia di questa annata dello show si sta rivelando tanto articolata quanto coerente - andando così anche al di sopra delle nostre aspettative - anche in questo caso gli autori sono riusciti a inserire nel racconto elementi narrativi che sfociano nel nonsense più sfrenato, permettendo la messinscena di uno spettacolo farsesco e divertentissimo.

Se l'ambientare il finale di stagione nello stato fittizio dello Zambesi è quanto mai sensato, visto come tutta la stagione abbia ruotato attorno ai sei totem mistici originari di questa nazione africana, la parentesi che ci ha mostrato un giovane Obama - caratterizzato benissimo alla luce di quello che sarà il suo futuro, che è oramai il nostro passato - sta a rappresentare una digressione stupefacente: nonostante la struttura narrativa che si muove in un universo fantastico con un'atmosfera sostanzialmente comedy, la presenza di questo personaggio dona all'episodio un'aura velatamente politica e sociologica.

E non è tutto, perché poi c'è da considerare - come suggerito dal titolo - la presenza dell'attore John Noble nei panni di se stesso, la quale paradossalmente risulta giustificatissima nell'ambito della narrazione. Va specificato come sia tutto un grande easter eggs, che in questa occasione non è una nota a margine come nella quasi totalità dei casi, ma la vera e propria chiave di volta della storia. Facciamo un passo indietro: Noble, famoso per aver interpretato il personaggio del folle Denethor nella saga cinematografica de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, è colui che nel cast di Legends of Tomorrow doppia in originale il demone Mallus. Ecco dunque che nella storia la voce di Noble - fisiologicamente identica a quella del main villain - può avere un ruolo decisivo nella battaglia che i protagonisti stanno combattendo: le Leggende, dunque, vanno direttamente nella Nuova Zelanda del 1999, dove Jackson ha allestito il set principale della sua opera più nota. Qui, con un inganno, i protagonisti registrano la voce di Noble per utilizzarla come asso nella manica contro Mallus. È tutto un inside joke, che però diviene anche parte integrante della narrazione, con uno spettacolare "gioco" che gli autori imbastiscono con gli spettatori. Detto in altri termini, si tratta di una "genialata" spassosissima, anche perché si va a recuperare un famoso episodio realmente avvenuto sul set de Il Signore degli Anelli, quando Noble si lamentò rumorosamente con Jackson per il fatto di essere costretto a mangiare ripetutamente del pollo nell'intento di girare una scena chiave che riguardava il personaggio di Denethor (il famoso e struggente dialogo con l'hobbit Pipino).

Basta tutto questo a spiegare come Guest Starring John Noble sia uno dei capitoli più riusciti di sempre di Legends of Tomorrow così come di tutti gli show dell'Arrowverse, senza dimenticare quanto detto su, ossia che la storia ha preso un'ottima direzione nelle sue battute conclusive, e ora attendiamo con grande entusiasmo il finale di stagione.

In termini di rimandi ai fumetti DC Comics, vi ricordiamo come lo stato africano dello Zambesi sia una creazione originale presente nell'Universo DC, ed è apparso per la prima volta sulle pagine di Animal Man #10, esattamente nella stessa ubicazione dello show, ossia a circa quattordici chilometri dal monte Kilimanjaro.

È simpatica inoltre l'associazione di una delle frasi chiave della mitologia di Barry Allen alias Flash - "Run, Barry, Run!" - in questo caso gridata a Barack Obama. Infine, il design di Mallus - creazione originale dello show - ricorda evidentemente quello del demone-pipistrello Barbatos, apparso in passato nel corso della run di Grant Morrison su Batman e più di recente nella miniserie evento Dark Nights: Metal, la cui pubblicazione si è conclusa circa una settimana fa negli Stati Uniti.

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