Legends of Tomorrow 3x16, "I, Ava": la recensione

La nostra recensione del sedicesimo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, intitolato "I, Ava"

Condividi
Quando Ava scompare, Sara e Ray devono recarsi nel distopico futuro del 2213, dove scoprono una verità disturbante su di lei.

Nel frattempo, Nate e Wally devono verificare le condizioni di Mari McCabe, la Vixen del presente nipote di Amaya, gravemente ferita anche a causa della perdita del suo totem: qui si imbattono in Kuasa, che potrebbe rivelarsi un'inattesa alleata nella battaglia contro il demone Mallus.

Infine, Zari viene incaricata di addestrare Rory nell'utilizzo del suo Totem del Fuoco.

I, Ava, sedicesimo e terzultimo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, è un capitolo della storia densissimo, che dimostra ulteriormente quanto grandi possano essere le potenzialità dello show, immancabilmente non tutte sfruttate. La trama si muove lungo tre filoni narrativi principali, ognuno ambientato in una differente location, con protagonisti personaggi diversi, e soprattutto tematiche eterogenee tra loro.

L'indagine futuristica di Sara e Ray ci permette di avventurarci in una realtà degna di un buon film di fantascienza, in particolare di quelli che trattano la "mitologia" delle Intelligenze Artificiali. Ecco che dunque ci troviamo in una storia che ricorda molto da vicino quelle già viste in capolavori della Settima Arte come Blade Runner (1982) di Ridley Scott e Io, robot (2004) di Alex Proyas, del quale è stato anche imitato il titolo. La distopia tecnologica diviene dunque il traino che permette l'esplorazione dell'ennesimo sotto-genere narrativo, cosa che è oramai un marchio di fabbrica di questa serie TV: nonostante le tematiche forti, Legends of Tomorrow non rinuncia mai a una messinscena da comedy, e forse mai in questo caso trova un buon punto di equilibrio tra le due venature della storia.

La battaglia per la vita di Vixen, invece, ci riporta a quello che è il filone narrativo principale della terza stagione, ossia quella che possiamo definire come la "Guerra dei Totem", che vede i protagonisti impegnati in una difficilissima prova contro il demone Mallus. Per quanto la sensazione sia quella che questa trama sia stata portata forse un po' troppo per le lunghe, cominciando ad arzigogolarsi su se stessa, ecco che il colpo di scena permesso dal personaggio di Kuasa permette di fare un ulteriore e sostanzialmente funzionale passo in avanti verso la conclusione di questa saga.

Infine, il "gioco a due" tra personaggi apparentemente antitetici come Zari e Mick è foriero di una nuova prospettiva in questo episodio, riflettendo sul confronto tra diverse culture e credenze, e conferendo al racconto un aspetto pragmaticamente umano, al netto di forse evitabili semplificazioni.

Fantascenza, fantasy e comedy, con molteplici altre piccole contaminazioni: in un episodio dove è la parola a dominare sull'azione - al netto di una bella battaglia finale ambientata nel futuro molto ben coreografata - possiamo comunque asserire come I, Ava sia un importante e piacevole capitolo di Legends of Tomorrow.

Nell'episodio vi sono tre sottili riferimenti alla mitologia dei fumetti DC Comics. La prima va in scena quando Nate si riferisce a lui e a Wally come a un "Dinamico Duo", iconico motto con il quale si identificano da sempre Batman e Robin. Il drammatico confronto tra lo stesso Nate e Kuasa viene definito da Damien Darhk "migliore di The Brave and The Bold", che è anche uno storico titolo della DC. Infine, viene precisato come Kid Flash sia il secondo uomo più veloce della Terra, con il primato che appartiene a Barry Allen alias Flash.

Ancora, l'infografica promozionale del cloni AVA recita lo slogan "More Human Than Human", lo stesso identico motto della Tyrell Corporation di Blade Runner, Nate scimmiotta il "Make my day" di Clint Eastwood nei panni dell'Ispettore Callaghan in Coraggio... fatti ammazzare (1983), e Sara fa un riferimento ai Fem-Bot dei film di Austin Powers.

Continua a leggere su BadTaste