Legends of Tomorrow 3x11, "Here I Go Again": la recensione

La nostra recensione dell'undicesimo episodio della terza stagione di Legends of Tomorrow, intitolato "Here I Go Again"

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Dopo la mistica avventura con John Constantine, le Leggende hanno ripreso a fare ciò che riesce loro meglio: sistemare gli anacronismi tra le pieghe del tempo. Un momento di relativa quiete, funestata solo da alcune frizioni tra Sara e Zari, si trasforma ben presto in qualcos'altro: la giovane donna proveniente dal futuro si ritrova infatti bloccata nel tempo e costretta a rivivere a ripetizione l'ultima ora della sua vita, così come di tutto il suo team.

Un fattore ignoto, infatti, sta scatenando la distruzione ciclica della Waverider, e solo Zari è in grado di risolvere questa bizzarra e drammatica situazione.

Immancabilmente, con Here I Go Again, Legends of Tomorrow sa proporci qualcosa di nuovo nell'ambito della propria narrazione così come di quelli che sono gli stilemi oramai classici dell'Arrowverse. Messa volutamente in stand-by la trama principale della terza stagione dello show, gli autori esplorano una nuova direzione, con un capitolo ambientato in un'unica location interna (la navicella spaziotemporale del gruppo), ripetendo "a loop" una storia semplice ed efficace, che si muove in un gap temporale assolutamente esiguo.

Il tutto è funzionale a permettere allo show di decantare, rallentando un po' il suo ritmo con un episodio che è fondamentalmente un fill-in, un riempitivo gradevole nella sua messa in scena, al netto di una totale mancanza di originalità e inventiva. Se da un lato la trama di Here I Go Again è funzionale a dare un po' di risalto a un personaggio apparso da relativamente poco tempo e da allora rimasto oggettivamente in secondo piano, dall'altro, con quest'episodio si va dichiaratamente a "scopiazzare" la narrazione del film Ricomincio da capo (1993) - diretto dal compianto Harold Ramis - a sua volta ispiratore di una serie infinita di storie nelle quali è presente lo stesso leitmotiv, come per il recente - e inspiegabile - successo cinematografico Auguri per la tua morte (2017).

In piena fase derivativa, dalla pellicola di Ramis Here I Go Again prende quasi tutto, dal titolo originale - Groundhog Day - utilizzato come parola d'ordine sino alla struttura dello storytelling, compreso il momento di euforia nel quale la protagonista decide di godersi una situazione nella quale non ha niente da perdere.

E di nuovo torniamo alla nostra definizione data la scorsa settimana allo show: Legends of Tomorrow come "tritarifiuti", in grado di rielaborare come nuovo terreno fertile qualsiasi contenuto narrativo. In questa occasione, sebbene storie di questa natura piacciano molto al pubblico (in particolare americano), dobbiamo però sottolineare come, proverbialmente, "il troppo stroppia": il "loop" attorno al quale viene edificato questo capitolo è ripetuto qualche volta di troppo, così come sono eccessivamente semplificative e quindi "facili" le metodologie con le quali Zari riesce pian piano a risolvere il mistero e a reclutare alcuni dei suoi compagni perché l'aiutino. Piacevole, invece, è la risoluzione finale.

Guardando ai riferimenti ed easter eggs dell'episodio, più che al brano omonimo dei Whitesnake del 1982, il titolo dell'episodio cita l'intro di Mamma Mia (1975) degli ABBA - "Mamma Mia! Here I go again!" - canticchiato nel corso della narrazione dalla stessa Zari. E vi è inoltre un secondo riferimento al celebre gruppo musicale svedese: Mick Rory infatti fa un chiaro riferimento al brano Waterloo del 1974.

Oltre che a Ricomincio da capo, infine, abbiamo notato alcuni passaggi di trama molto simili all'episodio intitolato Causa ed effetto della serie TV Star Trek: The Next Generation.

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