Legends of Tomorrow 2x11, "Turncoat": la recensione

La nostra recensione dell'undicesimo episodio della seconda stagione di Legends of Tomorrow, intitolato "Turncoat"

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Spoiler Alert
L'undicesimo episodio della seconda stagione di Legends of Tomorrow, intitolato Turncoat e diretto da Alice Troughton, vede i protagonisti recarsi in New Jersey alla vigilia del Natale del 1776, intenzionati a salvare la vita del Generale George Washington, preso di mira dal nuovo alleato della Legion of Doom: Rip Hunter, il quale ha sì recuperato i suoi ricordi, ma anche subito un lavaggio del cervello che lo ha portato a tradire i suoi ex amici e alleati.

La storia riparte esattamente da dove l'avevamo lasciata nelle battute finali dello scorso episodio, con Rip intento ad assassinare a sangue freddo Washington poco prima che questi attraversasse il fiume Delaware con il suo esercito, in quella che è ricordata come una delle fasi più decisive per la riuscita della Rivoluzione Americana: con il Generale morto, l'esercito continentale non avrebbe quindi vinto la guerra, e conseguentemente gli Stati Uniti d'America non sarebbero mai esistiti.

Le Leggende si recano quindi in New Jersey poco prima che tale infausto evento si verifichi, così da prevenirlo. I protagonisti trovano però Hunter ad attenderli, assieme all'esercito inglese con il quale si è schierato e al quale ha fornito futuristiche - per l'epoca - armi automatiche. Inoltre, l'ex Capitano priva gli eroi di ogni tipo di tecnologia per mezzo di un'arma a impulsi EMP, complicando decisivamente i loro piani. Da queste premesse, prenderà il via una spirale di eventi che vedrà i singoli personaggi dover affrontare situazioni estreme e potenzialmente mortali, con Rory catturato assieme a Washington, Sara ferita e in fin di vita, Ray bloccato in dimensioni ridotte, Amaya e Nate dispersi, e Jefferson e Martin che dovranno vedersela direttamente con Rip il traditore. In ballo, come già detto, ci sarà il destino dell'America per come la conosciamo. Nel frattempo, inoltre, il rapporto tra Steel e Vixen prende un'importante piega romantica.

Nonostante le originali e avvincenti premesse, Turncoat si rivela essere un episodio insufficiente, raffazzonato e noioso, lontano anni luce da quello che l'ha preceduto - molto bello. La narrazione presentata in questo capitolo è dozzinale e lacunosa, così come pessima è la ricostruzione storica degli eventi di questa importante pagina di Storia americana - verificabile in qualsiasi testo scolastico, così come su Wikipedia: tra i tanti dettagli riportati in maniera imprecisa e confusa, su tutti, c'è il fatto che l'attraversamento del Delaware viene ricordato e documentato come assai impervio, a causa del rigido clima dell'inverno del 1776 e dele acque del fiume ghiacciate. Nell'episodio, manco a farlo apposta, non c'è nemmeno un fiocco di neve.

Al di là di questo scialbo revisionismo storico, è evidenziabile anche una trama stentata e prevedibile, priva di ritmo, che non decolla mai davvero, con i personaggi che si muovono confusamente recitando ruoli macchiettistici. Se assolutamente anonima è l'interpretazione della maggior parte del cast, in un episodio diretto male e scritto peggio, quasi ridicola è questa versione di Hunter traditore, al quale non sembra credere nemmeno l'attore Arthur Darvill che la interpreta. Decisamente sopra le righe, e molto retorico, il ritratto di Washington presente in questo capitolo; se con la verve grottesca e umoristica di Rory si prova a salvare il - poco - salvabile, dobbiamo anche sottolineare come l'eccessiva forzatura nell'utilizzo delle gag con protagonista un personaggio scorbutico e cialtrone stia iniziando a stufare. Buona, invece, l'animazione in computer grafica del ratto "gigante" con il quale Atom si trova a fare i conti.

A conti fatti, dunque, Turncoat è una bruttissima pagina di questa seconda serie di Legends of Tomorrow, che stona molto con quanto avevamo visto solo una settimana fa, cosa che ci aveva fatto ben sperare. Ma la speranza, si sa, è l'ultima a morire.

L'episodio è reso ulteriormente insignificante dalla mancanza di easter eggs e riferimenti ai fumetti DC Comics, con l'unica novità rappresentata dalla sequenza narrativa iniziale presentata per la prima volta da Rory.

Come ultima nota, come promesso, vi sveliamo qualche notizia sul Black Flash, noto in Italia come Flash Nero, villain apparso nello scorso episodio - oltre che in The Flash -, che abbiamo visto dare la caccia a Eobard Thawne. Il personaggio ha un corrispettivo omonimo e speculare nell'Universo DC a fumetti, creato da Grant Morrison, Mark Millar e Ron Wagner e apparso per la prima volta sulle pagine di The Flash #138 (1998). Questo velocista mostruoso e zombesco assolve al ruolo della morte per tutti coloro che sono in contatto con la Forza della Velocità, energia transdimensionale che ha dato i poteri a Barry Allen e a tutti gli altri velocisti: in sostanza, rappresenta un sistema di sicurezza che possa assicurarsi che anche questi esseri non "sfuggano" alla morte quando inevitabilmente giunge la loro ora.

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