Legends of Tomorrow 2x01, "Out of Time": la recensione

La nostra recensione della première della seconda stagione di Legends of Tomorrow, intitolata “Out of Time”

Condividi
Spoiler Alert
È un ritorno decisamente riuscito quello di Legends of Tomorrow, che come già fatto da Supergirl ha messo anima e corpo nella valorizzazione dei suoi punti forti e ha proposto una trama solida e accattivante. Finalmente i viaggi nel tempo - quelli veri, a spasso per ere e periodi storici diversi - sembrano essere diventati il cuore della narrazione dello show, che in questa prima puntata ha visto le "Leggende di Domani" spostarsi con rapidità dalla Francia del XVII secolo alla preistoria per giungere infine nella New York del 1942. Una location, questa, che si preannuncia già come una delle principali di quest'anno, essendo il terreno d'azione della Justice Society of America, il supergruppo con cui i nostri eroi si sono trovati faccia a faccia nei momenti finali di Out of Time.Finalmente i viaggi nel tempo sembrano essere diventati il cuore della narrazione dello show

L'episodio, che ha goduto della partecipazione come guest star dell'Oliver Queen di Stephen Amell, ha narrato attraverso numerosi flashback cosa è accaduto all'equipaggio della Waverider nei sei mesi successivi al finale della scorsa stagione. Annientati i Signori del Tempo, il team capitanato da Rip Hunter (Arthur Darvill) ha deciso di occuparsi in prima persona del corretto svolgimento degli eventi storici, continuamente messo in pericolo da numerosi pirati temporali. Durante una delle sue imprese, il gruppo è stato però costretto a immolarsi per proteggere la New York degli anni Quaranta dall'esplosione di una bomba atomica, venendo separato e disperso in periodi storici differenti. È così toccato allo scapestrato storico Nate Heywood (Nick Zano) - riuscita new entry di questa seconda stagione - e al burbero Heat Wave (Dominic Purcell), rimasto congelato a bordo della navicella spaziale, riassemblare la squadra a tempo di record e fermare l'attacco nucleare che avrebbe per sempre cambiato il corso della storia. Questo repentino cambio di status quo è stato l'elemento meno convincente di Out of Time, quasi gli autori avessero paura di esplorare fino in fondo le varie epoche in cui il team è stato diviso.

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, la serie è visibilmente migliorata sotto il profilo degli effetti speciali, mentre sul versante degli stunt il livello è rimasto quello dello scorso anno, con personaggi che schizzano letteralmente in aria dopo un colpo di pistola provocando più una risata che qualche tipo esaltazione. Fortunatamente, Legends of Tomorrow ha fin da subito deciso di non prendersi troppo sul serio, una scelta utile a limitare i danni causati da queste note di demerito, note che su uno show serioso come Arrow avrebbero pesato quanto un macigno.

Oltre all'esordio della Justice Society of America, sul finire di Out of Time abbiamo assistito al delinearsi del supergruppo di villain chiamato a dare filo da torcere alle "Leggende di Domani" in questa seconda stagione. Stiamo parlando della Legion of Doom, di cui attualmente fanno parte l'ex rivale di Green Arrow Damien Darhk (Neal McDonough) e la nemesi principale di Barry Allen, Reverse-Flash (Matt Letscher). Puntare su nemici già conosciuti e molto amati dell'universo supereroistico di The CW potrebbe rivelarsi una scelta vincente, in quanto lo spazio che le loro presentazioni avrebbero richiesto può essere sapientemente utilizzato per approfondire e rendere più convincente la trama principale della stagione.

legends_of_tomorrow_2x01_2

Continua a leggere su BadTaste