Legends of Runeterra, Riot Games fa centro con un card game solido e appagante | Recensione

Legends of Runeterra lancia la sfida ai card game digitali con una proposta rigorosa e capace di premiare l'impegno e la costanza

R2, R2, L1, R2, sinistra, giù, destra, su, sinistra, giù, destra, su.


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Quando Riot Games, nell’ottobre del 2019, ha annunciato l’arrivo di Legends of Runeterra nel bel mezzo dei festeggiamenti per il decennale di League of Legends, la notizia è stata accolta con un filo di dubbio dalla community appassionata di giochi di carte (digitali e non), già divisa tra Magic Arena, Hearthstone, Pokémon TCG, Gwent e simili. La diffidenza verso l’ultimo arrivato era in qualche modo plausibile, soprattutto considerando che giochi del genere, spesso e volentieri, richiedono di possedere un’ampia collezione per essere competitivi, cosa che - di conseguenza - comporta un investimento in termini di denaro spesso non indifferente. 

Riot, però, oltre a essersi giocata l’asso nella manica LoL, riportando in un card game la lore, i personaggi, le ambientazioni e molto altro dal MOBA per eccellenza, ha presentato anche un modello economico innovativo e user friendly che, una volta testato, insieme al gameplay, è riuscito in poco tempo a convincere all’unanimità. Dopo una generosa fase di open beta, Legends of Runeterra è arrivato su PC e dispositivi mobile Android e iOS circa un mese fa, accompagnato dall’espansione Alte Maree e dalla regione di Bilgewater, e ora - dopo aver testato e sperimentato carte, Campioni, mazzi e sinergie, dopo aver scalato la ladder, dopo esserci gettati a capofitto nelle spedizioni e dopo aver affrontato centinaia di giocatori - siamo pronti a dirvi la nostra opinione su questo card game che, ve lo anticipiamo, abbiamo trovato decisamente appagante e divertente. 

Il primo impatto con Legends of Runeterra è di quelli estremamente positivi: l’accoglienza è calda e invitante, con premi e regali degni delle migliori feste di compleanno, e con una serie di tutorial che, oltre a donare preziosi punti esperienza, spiegano e contestualizzano al meglio ogni singola meccanica del gioco, proponendo situazioni giocabili e rigiocabili finché non diventa tutto cristallino e bene impresso nella mente. Una voglia di inclusività da parte del team di sviluppo - di cui parleremo a più riprese tra le righe di questa recensione - che si respira a pieni polmoni man mano che si prende confidenza con il gioco stesso e con le sue meccaniche. 

La filosofia del non lasciare indietro nessuno si sposa perfettamente anche con il modello economico proposto da LoR, il quale permette totale libertà di acquisto all’utente, lasciando in soffitta gesti scaramantici e preghiere invane nella speranza di trovare proprio le carte di cui si ha bisogno all’interno delle bustine. E questo succede soprattutto perché, in Runeterra, bustine o pacchetti non esistono, e perché tutto quello di cui avete bisogno potete sbloccarlo semplicemente… giocando!

Da questo punto di vista, il sistema di avanzamento installato da Riot è una manna dal cielo: in Legends of Runeterra ciò che conta di più è l’esperienza, ottenibile sfidando gli avversari, partendo per delle spedizioni o grazie alle missioni giornaliere. Attraverso l’EXP si riempiono sia un forziere settimanale, che si sblocca ogni martedì e che regala carte oppure cristalli o jolly con cui impossessarsi di qualsiasi carta o Campione vogliate, sia una barra di progressione a livelli per ogni regione, selezionabile manualmente, da cui potete guadagnare ricompense sempre differenti e maggiori man mano che giocate, esattamente per la fazione che preferite. 

Quanto detto finora delinea un profilo da free-to-play a tutto tondo, per LoR, dove chiunque può ottenere tutta la collezione con un po’ di impegno (neanche troppo, a dire il vero), dove conta l’abilità del giocatore e non la fisarmonica del suo portafogli. Già, perché Riot ha messo un freno anche agli shopponi, limitando l’acquisto di carte tramite moneta reale a sole 18 per settimana e incoraggiando, piuttosto, il supporto al gioco tramite la personalizzazione con oggetti cosmetici, quali plance, dorsi delle carte o piccoli guardiani da compagnia. Riot desidera che i giocatori ritornino spesso e volentieri su Runeterra, ma non che ci restino per sempre: il farming di esperienza ha una curva decrescente, quindi - in parole povere - le prime partite del giorno ricompensano molto di più rispetto alle ultime.

Parlando del gameplay vero e proprio, Legends of Runeterra si colloca idealmente tra Magic e Hearthstone, non così tecnico come il primo, meno immediato del secondo. L’RNG è ridotto all’osso, dato dalle inevitabili pescate e da poche carte che fanno dell’effetto sorpresa una piacevole eccezione (pensiamo a Corina o allo Sciacallo dei Naufragi, tanto per citarne un paio). In ogni caso, salvo quei rari match dove i topdeck avversari sembrano decisi da qualche entità cosmica superiore, mentre i nostri probabilmente rispondono alle inevitabili Leggi di Murphy, le partite sono quasi sempre bilanciate e godibili. Chiaro, anche Runeterra gode di una sua Tier List, con mazzi e Campioni più o meno forti, ma rispetto ad altri giochi del genere il ventaglio è decisamente più ampio, e le punizioni nel caso non si scelga di adottare un deck top di gamma sono più sporadiche. 

A questo proposito, proprio il deckbuilding, la costruzione dei mazzi, fa la parte del leone in LoR, permettendo di combinare assieme due regioni differenti, andando a cercare e sperimentare le sinergie più disparate. Ogni mazzo è composto da quaranta carte, con un massimo di sei campioni in totale (giocabili fino alla triplice copia), da seguaci, ovvero servitori presi esclusivamente dalle regioni padrone del nostro mazzo, e da magie. I campioni - volti noti dell’universo di League of Legends, come Ashe, Miss Fortune, Braum, Jinx, Garen, Vi e molti altri - sono il vero e proprio motore del mazzo: su di loro, quasi sempre, è costruita la strategia di gioco, e ce n’è davvero per tutti i gusti, a seconda del playstyle di ogni giocatore. Per ognuno dei pezzi grossi c’è una vasta scelta di seguaci da cui scegliere, così come un’ampia selezione di magie, o incantesimi. 

Gli incantesimi, in LoR, si dividono in tre categorie, ovvero Raffica, Veloce e Lento. Se le magie lente possono essere lanciate solamente fuori dai combattimenti, quelle a veloci o a raffica possono essere utilizzate anche all’ultimo secondo, per bloccare un attacco nemico, ad esempio, o per potenziare un Campione o seguace. Scelte di design che s’innestano in un gameplay fatto di botte e risposte, di un dialogo continuo tra giocatori, dove in ogni turno entrambi possono esprimersi in maniera strategica, decidendo se bloccare o meno un attacco, se conservare il Mana per poter lanciare una magia più potente il turno dopo (fino a un massimo di tre cristalli), magari in combo con un Campione, o magari per sfruttare una meccanica particolare o una parola chiave. 

Meccaniche e parole chiave che sono il vero cuore pulsante del gameplay: sono tante, alcune poco immediate, sicuramente stratificate, e bisogna impararle sia per comprendere come sfruttare il pieno potenziale dei propri deck, sia per capire e anticipare le giocate dell’avversario. Tra Rigenerazione, Profondità, Sopraffare, Fugace, Effimero, Stordito, Congelato, Attacco Rapido, Elusivo, Scoppiettini,  Barriera e potremo andare avanti (quasi) all’infinito, gli spunti per l'ideazione di mazzi devastanti non manca di certo, mentre allo stesso tempo è richiesta ai giocatori una certa capacità di analisi e una conoscenza quasi enciclopedica quantomeno del meta attuale, in una curva d'apprendimento che si dimostra piuttosto ripida ma, allo stesso tempo, graduale e appagante.

Legends of Runeterra convince anche punto di vista estetico, elemento di contorno all'esperienza ludica, sicuramente, ma non per questo trascurabile. Gli artwork delle carte hanno tutti una propria identità e costruiscono un mosaico di influenze davvero coeso, che allo stesso tempo richiama inevitabilmente tutte le altre produzioni Riot - soprattutto nell'impianto grafico - dallo scontato League of Legends, ma anche a Valorant e a Teamfight Tactics, dipingendo un affresco che accomuna questi prodotti sotto l'ombrello della stessa ricerca stilistica.

Per quanto riguarda i contenuti, come alternativa alle partite contro altri giocatori, sia in amichevole che in ranked, contro l'IA (l'ideale per imparare a giocare), al momento sono presenti solo le spedizioni, modalità in draft che consente di costruire un mazzo con carte proposte in maniera casuale e di partire "all'avventura" per tentare di mettere a segno un massimo di sette vittorie e di ottenere, quindi, ricompense aggiuntive. Riot ha già confermato che nuove modalità sono in arrivo nei prossimi mesi, quindi la povertà (se così vogliamo definirla) in termini di contenuti giocabili dovrebbe essere presto soppiantata da aggiunte inedite.

Legends of Runeterra è un card game che consigliamo senza riserve a tutti gli appassionati del genere, ai fan di League of Legends e anche semplicemente ai curiosi. La solidità del gameplay e del modello economico proposto da Riot è a dir poco invidiabile, e sul lungo periodo potrebbe davvero fare la differenza rispetto a tutti i prodotti concorrenti. Seppure il gioco sia davvero ben bilanciato, ogni tanto Riot interviene per far rientrare nei ranghi qualche carta un po' troppo esuberante, dimostrando un'attenzione certosina nel lucidare al meglio il proprio gioiellino, soprattutto in queste prime settimane di diffusione allargata, attraverso le piattaforme mobile. Non ci tratteniamo affatto nel definite LoR come una ventata d'aria fresca nel panorama del genere, un titolo che - se curato a dovere - non faticherà di certo a imporsi come uno dei punti di riferimento a cui guardare con ammirazione e un pizzico d'invidia.

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