Legends, la recensione
Pur essendo nel suo piccolo una storia semplice, di certo non rivoluzionaria, Legends adempie al proprio scopo
La storia si pone come un dichiarato seguito di Crisi sulle Terre infinite (Crisis On Infinite Earths) di Marv Wolfman e George Perez. Poco tempo dopo la sconfitta dell'Anti-Monitor, Darkseid prende di mira la Terra, ma è consapevole che per conquistarla deve prima sbarazzarsi dei supereroi che la proteggono. Decide tuttavia di intervenire in maniera subdola, sfidando lo Straniero Fantasma e instillando nella popolazione terrestre la sfiducia nei confronti eroi, grazie ai poteri persuasivi di Glorious Godfrey, il quale si finge un predicatore televisivo. Con una comunità dei giustizieri ancora provata dalla Crisi, l'irrompere sulla scena della moderna Suicide Squad e la scomparsa della Justice League America, la minaccia posta da Darkseid è più letale che mai, ma una piccola falla nel suo piano rischia di ribaltare la situazione.
Una premessa molto importante: chi volesse acquistare questo volume credendo di trovarvi i dialoghi e i ritmi dei fumetti moderni, si astenga dal farlo. Stiamo parlando di una storia pubblicata in un altro mondo editoriale, quasi trentacinque anni fa. In Legends ci sono dialoghi lunghi, didascalie che spiegano ciò che la vignetta sta rappresentando, personaggi che amano parlare di sé in terza persona – praticamente la parola "io" è abolita da questa miniserie – e che amano bearsi di quel che fanno, raccontandolo più volte e fin nei minimi particolari, nonostante già li si conosca.
Legends è una delle prime storie, insieme a Squadron Supreme di Mark Gruenwald, a puntare l'obiettivo sulla pericolosità dei supereroi. Anche se in questo caso c'è di mezzo un piano orchestrato da Darkseid, alcuni di loro devono infine ammettere che i propri poteri, se non controllati, possono essere letali per quelle persone che hanno giurato di proteggere. Legends reintroduce ai lettori la Sacra Trinità dei nuovi Superman, Batman e Wonder Woman e funge da preludio all'incarnazione della Justice League firmata da Keith Giffen e J.M. DeMatteis, la più originale di sempre.
Ma quel che più conta è che Legends rappresenta la celebrazione dell'intero Universo DC, pre e post-Crisi. C'è la Trinità degli eroi più famosi, l'elemento cosmico (Lanterna Verde), quello magico (Dr. Fate), il concetto di legacy (Wally West che diventa il nuovo Flash), gli eroi di strada (Black Canary) e, come minaccia, la creazione più straordinaria del Re dei comics, Jack Kirby (il Quarto Mondo). C'è poi la celebrazione di quelle che sono divenute, dopo decenni dalla loro creazione, vere e proprie leggende al pari degli eroi greci, i cui "canti" risuonano ancora oggi, espandendosi aldilà del medium Fumetto.
Per quanto riguarda la parte grafica, vale la stessa indicazione fatta in merito alla sceneggiatura. In questo caso abbiamo un John Byrne nel pieno della maturità artistica, che ha già fatto proprie le lezioni dei grandi maestri Jack Kirby e Neal Adams, dando quel tocco di personalità alla sua arte che, a distanza di tempo, la rende riconoscibile al primo sguardo. Qualcuno lo giudicherà uno stile di disegno datato e poco interessante per gli standard odierni. Parere legittimo, ma su cui esprimiamo un pacifico dissenso, essendo un altro dei punti di forza di questa storia.
Cosa rimane di Legends, dunque, quasi trentacinque anni dopo? Una bella storia con un insegnamento di fondo, quella famosa falla nel piano di Darkseid. Per continuare ad apprezzare le storie dei supereroi, bisogna restare bambini dentro, conservare in noi quella traccia di innocenza che ci permetta di non discriminare persone che altri allontanerebbero solo perché diverse da loro.
Legends, insomma, è divenuta essa stessa materia di leggenda.