Legends 1x01 "Pilot": la recensione
Scorrevole, ma troppo già visto, Legends con Sean Bean non convince fino in fondo
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Martin Odum (Sean Bean) è un agente dell'FBI specializzato nelle missioni sotto copertura, impareggiabile nel suo immedesimarsi – forse troppo – nelle identità che di volta in volta si trova ad assumere per avvicinarsi all'ambiente criminale. Se in Hannibal Will Graham si spinge oltre i confini della sanità mentale per entrare nella mente dei killer, in Legends il protagonista parte da zero, dal proprio inconscio quasi, per convincere in primo luogo se stesso dell'esistenza di una nuova identità. È ciò che avviene nel pilot in cui, come prima missione, si inventa un uomo malato, frustrato, solo al mondo e con un'evidente balbuzie. Grazie all'aiuto ricevuto sul campo dagli altri della squadra – su tutti spicca Crystal McGuire (Ali Larter) – Martin riesce a portare a termine la missione: qualcosa lascia supporre che lo schema si ripeterà, magari per pochi archi narrativi, nei prossimi episodi.
Punto a favore: appena dieci episodi previsti in questa prima stagione. Fossero stati di più il timore di trovarsi di fronte ad un procedurale con qualche concessione all'evoluzione della storia sarebbe stato più grande. Questa decisione, unita alla presenza di Sean Bean, che regge completamente sulle proprie spalle il peso della serie, sono gli spunti più soddisfacenti di un pilot che, come detto, non offre molte sorprese. Lo spunto, tratto da un romanzo di Robert Littell, sà di già visto in troppe componenti, e la stessa evoluzione dell'episodio non fa che confermare l'impressione iniziale. I trascorsi sentimentali con una collega, la famiglia perfetta che forse tanto perfetta non è, l'uomo solo costretto a farsi strada fra diffidenza e cadaveri per giungere alla verità: il mix è, a voler essere gentili, collaudato in abbondanza. Legends si presenta con grande onestà come una serie dalle pretese non troppo alte, ennesima variazione su un canovaccio esplorato più volte.