Le streghe di Salem, la recensione

Il nuovo film di Rob Zombie delude, con un immaginario satanistico d'annata e pochissime idee per gestirlo, metterlo in scena e dar vita a un sabba vero...

Critico e giornalista cinematografico


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Il maligno, ancora una volta, passa attraverso uno strumento tecnologico. Quando tra qualche tempo guarderemo indietro a questo decennio di cinema di paura non sarà possibile non notare come si sia fatta strada, nemmeno troppo lentamente, l'idea che siano gli strumenti per la riproduzione di immagini e suoni il veicolo principale per demoni e maledizioni. Un cambiamento netto rispetto al passato in cui era il libro (con il Necronomicon in testa) a svolgere la medesima funzione. Non fa eccezione Le streghe di Salem, in cui è un CD musicale di un gruppo noto come i Lords of Salem a scatenare l'apocalisse, riproducendo canti e versi delle streghe. Superata la strizzata d'occhio di un musicista che gira un film in cui il male si propaga attraverso un demo inviato ad un radio locale, Le streghe di Salem non vuole mettere dei personaggi in aperta lotta contro il male, semmai racconta come questo si insinui nelle loro ignare vite. La differenza rispetto al solito quindi è che a Zombie non interessa mettere dei personaggi in aperto conflitto con qualcosa o qualcuno, non gli interessa dargli una speranza di salvezza, nè costringerli a scelte cruciali, quanto piazzarli di fronte ad un ineluttabile destino, prendendosi cura di raccontarne il lento svolgersi. Con tutti i rischi del caso Le streghe di Salem punta quel che ha sulla capacità di generare un ambiente minaccioso (prima) e di mettere in scena l'arrivo vero e proprio del demonio (dopo). Tuttavia non raggiunge nessuno dei due obiettivi e nemmeno vi si avvicina. La tranquilla cittadina di Salem non riesce mai a diventare un luogo ameno che nasconda il maligno dietro una facciata qualunque, e le scene di possessione e rituali macerano nel noto e già visto, senza intuizioni o momenti che riescano a rimanere impressi in mente. Alla fine, alla noia del lento perdersi nelle grinfie del demonio, Le streghe di Salem associa anche la fastidiosa pretesa di stupire ripetendo i luoghi comuni del satanismo.
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