Le sorelle Macaluso, la recensione | Venezia 77
Diviso in tre atti che rappresentano tre diverse età della vita delle protagoniste, Le sorelle Macaluso di Emma Dante elegge lo scorrere del tempo come suo tema principe, ma ripiegandosi però troppo insistentemente nella sua stessa struttura di rimandi perde tutta la sua raffinatezza iniziale.
Diviso in tre atti che rappresentano tre diverse età della vita delle protagoniste, Le sorelle Macaluso di Emma Dante elegge lo scorrere del tempo come suo tema principe, ma ripiegandosi però troppo insistentemente nella sua stessa struttura di rimandi - fatta di oggetti dal forte potere simbolico che ritornano ciclicamente, di gesti ripetuti e di vere e proprie apparizioni di personaggi del passato - perde tutta la sua raffinatezza iniziale.
Nonostante questo e l’uso a tratti invasivo della musica (che trasforma il film quasi in un musical, cambiandone improvvisamente il registro), Emma Dante dichiara a gran voce la sua istanza narrativa, e lo fa attraverso l’identificazione e personificazione con la casa. Ripresa con oggettive irreali che la osservano dal soffitto quando non ci sono personaggi in campo oppure guardata a lungo, staccando tardi, anche quando i personaggi sono usciti di scena, la casa diventa una presenza viva e la sesta sorella Macaluso, che è lì per dire alle altre sorelle e allo spettatore che il tempo passa per tutti - e che anche il ricordo non può essere eterno.