Le Regole del Delitto Perfetto 4x15, "Nobody Else Is Dying" [finale di stagione]: la recensione
Il finale di stagione di Le Regole del Delitto Perfetto conclude questo arco di episodi con il più fiacco cliffhanger della storia dello show
Il season finale Nobody Else Is Dying diviene, in quest'ottica, la perfetta esemplificazione di un ideale di racconto che ha sottomesso alla mera, insapore evenemenzialità ogni ricerca drammatica, pregiudicando irrimediabilmente il coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore nella sequela di situazioni apparentemente scollegate che si susseguono sullo schermo.
Poco o nulla sappiamo del privato di Denver e, cosa ancor più rilevante, delle reali motivazioni dietro la sua guerra ad Annalise (Viola Davis) e ai di lei protetti. Che la spiegazione possa arrivare post-mortem non è di nessun sollievo; la sua collusione con la Antares di Jorge Castillo (Esai Morales) non è mai diventata un elemento di trama meritevole dell'attenzione del pubblico, pur costituendo uno dei fil rouge di questa quarta, fiacchissima stagione, priva tanto di un villain come di colpi di scena che destassero lo spettatore da un diffuso torpore apatico.
Uno degli unici due elementi d'interesse emotivo nel season finale di Le Regole del Delitto Perfetto risiede nella scelta, da parte di Michaela (Aja Naomi King) di denunciare Simon (Behzad Dabu) all'ufficio immigrazione, proteggendo la bugia relativa alla notte del furto dei dati della Caplan & Gold. Sebbene il gesto della ragazza possa apparire spietato e frutto della degenerazione morale avviatasi all'inizio del suo rapporto con Annalise, è però uno dei pochi lampi di verosimiglianza nello sviluppo psicologico dei protagonisti, ambito in cui la serie ha dimostrato - in questa stagione - più di una pecca.
Meno credibile ma ugualmente interessante è l'allusione alla possibile colluttazione tra Laurel (Karla Souza) e sua madre Delphine (Lolita Davidovich), attraverso dei graffi su un braccio rivelati in una scena sotto la doccia; benché Delphine abbia patito lo stesso, ingiusto trattamento superficiale riservato a molti delle figure secondarie della serie, la possibilità che abbia trovato la morte per mano della figlia è una speranza alla quale vogliamo aggrapparci, auspicando che ciò possa contribuire alla creazione di dinamiche sentimentali più interessanti e meno macchinose nella prossima stagione.
È triste, certo, dover confidare in uno stratagemma che negherebbe, di fatto, quanto enunciato dal titolo stesso dell'episodio ("nessun altro morirà"), ma mai come quest'anno Le Regole del Delitto Perfetto ci dà appuntamento alla prossima tranche di puntate con un cliffhanger ridicolo e per nulla elettrizzante: la scoperta di un figlio vivente di Bonnie, avuto durante la sua adolescenza di abusi. È forse il giovanissimo Gabriel Maddox (Rome Flynn), che sorridente muove i suoi passi verso l'ammissione alla Middleton? O il ragazzo è invece il bimbo - anch'egli creduto morto - di Annalise?
Siamo portati a sperare più nella prima ipotesi che nella seconda. Se c'è una cosa che la serie ABC ci ha insegnato nel corso degli anni, è il potere della resilienza, perfettamente incarnato - anche nei punti più traballanti della sceneggiatura - dal personaggio di Annalise. La protagonista sembra aver vinto la propria battaglia contro l'alcolismo e aver seppellito, almeno per ora, i fantasmi di un tragico passato che ancora la perseguitavano; a che pro resuscitare un figlio che finalmente può, narrativamente parlando, riposare in pace?
In attesa che la prossima season premiere arrivi a darci una risposta e, forse, una ritrovata coerenza drammatica, salutiamo Le Regole del Delitto Perfetto senza nostalgia alcuna, augurandoci che sappia riflettere sui propri errori e non si limiti a trascinarsi stancamente per un altro anno, alla ricerca di riempitivi con cui arrivare a fine stagione.