Le Regole del Delitto Perfetto 4x08, "Live. Live. Live." [midseason finale]: la recensione

La quarta stagione di Le Regole del Delitto Perfetto arriva al midseason finale con un episodio confusionario e meno emozionante del previsto

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Spoiler Alert
Sin dal suo esordio, Le Regole del Delitto Perfetto si è distinta, tra le serie di stampo thriller, per l'ammirevole sensibilità dimostrata nei confronti di ogni tipo di minoranza, e nella schietta rappresentazione di dinamiche classiste, sessiste, razziste e omofobe di cui il sistema giudiziario statunitense è tuttora succube. Se a questo uniamo la costruzione di psicologie solide e precise come quelle dei protagonisti, a partire dall'Annalise Keating di Viola Davis, non è difficile comprendere le ragioni per cui la serie di Peter Nowalk continui a esercitare tanto fascino sul proprio pubblico.

Tuttavia, Le Regole del Delitto Perfetto è anche altro: è caos, affastellamento evenemenziale, intrico di trame non sempre ben gestite ed equilibrate, eventi macchinosi e colpi di scena in rapida successione, con l'unico effetto conclusivo di affossare la sorpresa dello spettatore, rintronato dall'overdose di cambi di rotta e dai continui balzi temporali. Un episodio come Live. Live. Live., midseason finale di questa quarta stagione, ne è l'esempio tragicamente lampante e ineluttabilmente fallimentare.

È con un sospiro di sollievo che vediamo calare il sipario su una delle puntate sceneggiatorialmente più confusionarie ed emotivamente più piatte che la serie ci abbia mai offerto. Se non altro, dobbiamo ringraziare questo episodio per aver dichiarato, oltre ogni ragionevole dubbio, l'idiozia dei piani di vendetta di Laurel (Karla Souza, comunque bravissima); e passi per l'odio irrazionale di una giovane quasi-vedova, ma alla fine di Live. Live. Live. ci si chiede come i suoi compagni d'avventura abbiano potuto assecondarla, in primis quella Michaela (Aja Naomi King) che ha fatto del sangue freddo uno dei suoi punti di forza.

Persino momenti potenzialmente struggenti come il confronto tra Bonnie (Liza Weil) e Annalise, in cui l'ex protetta confessa alla protagonista il proprio amore, risultano schiacciati dal sovraccarico di ingranaggi in moto; scene come quella in cui la stessa Bonnie si reca da Nate (Billy Brown) per trovare conforto e chiedergli consiglio su come dimenticare Annalise sono, in questo senso, puro ossigeno nel soffocante accumulo di eventi e salti temporali compressi in questo singolo episodio.

A proposito di dichiarazioni: da dove salta fuori questa passione di Simon (Behzad Dabu) nei confronti di Oliver (Conrad Ricamora)? Certo, rispetto ad altre affezioni, questa non è la più incredibile; ciò che ci lascia alquanto perplessi è il momento scelto dal ragazzo per dichiarare i propri sentimenti al collega, in un party in cui - tra l'altro - sa essere presente il fidanzato di quest'ultimo. Che sia parte dell'ennesimo, cervellotico piano che ci verrà svelato nella seconda parte di stagione? Ora come ora, appare un'ipotesi implausibile, e non ci riteniamo troppo pessimisti nel prevedere che il povero Simon sia destinato a passare a miglior vita a seguito del ridicolissimo incidente occorso negli uffici della Caplan & Gold.

Se una vita se ne va, un'altra - in un montaggio ovvio ma pur sempre efficace - viene alla luce, seppur appesa a un filo: si tratta dell'ormai famigerato bambino di Laurel e Wes. O Frank (Charlie Weber), fate voi. Proprio l'ex assistente di Annalise, con un movimento involontario, colpisce il ventre della donna amata che, di lì a poche ore, complice uno stress non indifferente, andrà prematuramente in travaglio e partorirà bloccata in ascensore, con un tempismo che avrebbe del comico se non fosse per la profusione di sangue mostrata nella sequenza e per la splendida prova attoriale fornita da Souza.

C'interessa davvero il destino del figlio di Laurel? A costo di suonare cinici, questa quarta stagione di Le Regole del Delitto Perfetto ha fatto poco o niente per farci appassionare a questa maternità imprevista e mal difesa dalla stessa gestante, che in più di un'occasione non ha mancato di mettere il nascituro in secondo piano, attraverso parole e - cosa più rilevante - scelte più che opinabili. La molla emotiva fatta scattare dalla dichiarazione - sincera o meno che sia - di Simon, così come il fatto di aver avuto a che fare con lui per ben due stagioni, ci spingono a tifare più per il giovane in sala operatoria che per il feto inerme trascinato fuori dall'ascensore da Annalise in una scena alquanto splatter.

In conclusione, come prepara il terreno per la seconda parte di stagione questo Live. Live. Live.? Di sicuro, non chiude la porta alla storyline legata a Isaac Roa (Jimmy Smits), alias - non ci stancheremo mai di ripeterlo - il secondo peggior terapeuta della televisione contemporanea, secondo solo a sua moglie. È inoltre legittimo ipotizzare delle conseguenze non da poco della guerra segreta tra i Keating 4 (ex 5) e il padre di Laurel, prefigurata dalla presenza di Dominic (Nicholas Gonzales), che vediamo intento a spiare il povero Connor (Jack Falahee). Chi l'avrebbe mai detto che l'ambizioso, spregiudicato pupillo di Annalise sarebbe risultato, a metà stagione, l'unico personaggio ragionevole in una spirale di apparente obnubilamento collettivo?

In questo senso, Le Regole del Delitto Perfetto continua a stupirci; la speranza è che, con la seconda metà di stagione, l'effetto sorpresa smetta di avere la priorità assoluta a scapito di quella verosimiglianza e di quel pathos più profondo e coinvolgente che più di una volta la serie ci ha regalato, facendoci affezionare ai suoi antieroi senza doverne puntualmente disprezzare le mosse.

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