Le Regole del Delitto Perfetto 4x04, "Was She Ever Good At Her Job?": la recensione
Il quarto episodio della quarta stagione di Le Regole del Delitto Perfetto manca il bersaglio ma offre un'interessante visione dei rapporti genitore-figlio
La disputa vede Lauren affidarsi alla Caplan & Gold nella persona di Tegan Price (Amirah Vann, eccellente new entry del cast), divenuta nume tutelare e nuova figura materna per Michaela (Aja Naomi King). Un'inedita tensione si viene a creare quando Soraya accetta l'offerta di Annalise (Viola Davis), che si propone di farle da consulente durante la battaglia legale con il marito. Le scene che coinvolgono le quattro donne sono quanto di meglio Le Regole del Delitto Perfetto abbia da offrire in questa puntata: le performance delle attrici mantengono costante l'attenzione dello spettatore, a dispetto di un caso ben più ordinario rispetto alle rocambolesche vicende cui la serie ABC ci ha abituati.
Arrivano quindi come un fulmine a ciel sereno le parole di Annalise alla sua ex protetta, a sottolineare come l'indipendenza ricercata dalla ragazza sia, di fatto, solo una facciata: ancora una volta, Michaela ricade nella tentazione fatale di ricercare una figura genitoriale a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze, terrorizzata all'idea di doversi muovere sulle proprie gambe senza un esempio su cui modellarsi.
Purtroppo, la macchinosa superficialità in cui, talvolta, Le Regole del Delitto Perfetto tende a scivolare si palesa nel momento in cui Jeff consiglia al figlio di interrompere la relazione con Oliver (Conrad Ricamora). Fino a oggi, la serie aveva fatto del proprio meglio per costruire, passo dopo passo, l'immagine di un rapporto relativamente sano tra i due giovani, in un universo di legami disfunzionali e nocivi. L'opinione di Jeff risulta, in questa prospettiva, una forzatura narrativa atta a scatenare una (probabile) rottura mal seminata, figlia di una pigrizia sceneggiatoriale che non perdoniamo facilmente a una serie che, in altri momenti, ha ben scandagliato gli abissi dell'animo umano.
Duole infine constatare come la guerra segreta di Laurel (Karla Souza) contro suo padre, dopo un esordio che prometteva scintille, si sia rapidamente spiaggiata sul lido della tediosità, non portando ad alcuna evoluzione nella storia né, tantomeno, nella psicologia della ragazza, che si limita in questo episodio a osservare con sguardo concupiscente qualsiasi maschio le si pari dinnanzi; ecco quindi arrivare l'inevitabile riavvicinamento con Frank (Charlie Weber), ennesimo stratagemma incapace di riscuoterci da una noia che sembra ormai pervadere l'intera linea narrativa della giovane gestante.
Sulla nuova direzione oscura presa dal personaggio di Bonnie (Liza Weil), entrata a far parte della clientela dello psichiatra Isaac (Jimmy Smits), è ancora presto per emettere un verdetto; il flashforward di fine puntata, che dimostra come la donna continui a mantenere la fittizia identità di Julie Barden col medico, infittisce il mistero di una stagione la cui domanda centrale è, tuttora, piuttosto fumosa.