Le Regole del Delitto Perfetto 3x07, "Call It Mother's Intuition": la recensione

Ecco la nostra recensione della settima puntata della terza stagione di Le Regole del Delitto Perfetto, in cui si crea un interessante parallelismo e Wes sorprende con un inaspettato colpo di coda

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Spoiler Alert
Nella storia di Le Regole del Delitto Perfetto, spesso la parte procedurale della trama è stata avvertita come niente più di un intralcio, una fastidiosa distrazione rispetto alla storia principale dei protagonisti, un filler non necessario e, talvolta, ripetitivo e inutile ai fini dell'approfondimento psicologico dei personaggi coinvolti. Non è il caso di Call It Mother's Intuition, episodio che vanta la presenza di un mirabile caso legato a una dispotica madre avvelenata con l'antigelo da uno dei suoi tre figli, stando all'accusa. Parallelamente, osserviamo altre due "madri" alle prese con il rancore dei propri pargoli: la prima è la preside Soraya Hargrove che, in uno degli incontri tra alcolisti cui ha forzato a partecipare anche Annalise, racconta il rigetto dei figli a fronte della dipendenza della madre.

L'altra madre, nonché la più importante della serie ABC, è proprio Annalise, che si sottopone volontariamente a un confronto con i suoi figli putativi, ovvero i cinque pupilli. Ciascuno di loro ha l'occasione, troppo a lungo rimandata, non solo di mettere in luce il peso di essere divenuti meri strumenti nelle mani di una machiavellica figura come la professoressa Keating, ma anche di esplicitare un senso di colpa e una sozzura interiore finora passata sotto silenzio. Per una volta, dunque, il gioco di parallelismi interni alla puntata risulta perfettamente compiuto.

La love story tra Wes e Laurel continua a non presentare particolari motivi d'interesse, specie in considerazione della rilettura a posteriori che gli autori stanno tentando per darle validità. Chi segue la serie dalla prima stagione non potrà evitare di inarcare le sopracciglia di fronte alla dichiarazione di Wes, che asserisce di aver messo gli occhi sulla bella compagna di studi sin dal primo giorno di università. L'unico guizzo d'interesse relativo alla coppia risiede nella scena finale, ambientata dopo l'incendio in casa Keating, da cui apprendiamo che Wes è non solo vivo e vegeto, ma anche disposto a incastrare Annalise in cambio dell'immunità totale di fronte alla legge.

Ben altro peso hanno le vicende sentimentali di Connor e Oliver, seppur ufficialmente marginali rispetto alla trama principale; merita il nostro plauso la trattazione schietta e dolente della stigmatizzazione dell'HIV, che si frappone alla possibilità di relazione tra Oliver e la sua nuova fiamma Thomas. Calando in una sceneggiatura televisiva nozioni che dovrebbero essere di pubblico dominio, Le Regole del Delitto Perfetto si assume, ancora una volta, il compito di divenire portavoce delle cause di frange di umanità colposamente ignorate - quando non disprezzate. E lo fa, si badi, senza la presunzione di volersi mettere in cattedra.

Ci saranno sempre, presumibilmente, dei cedimenti interni nella serie creata da Peter Nowalk; parallelamente a questa sicurezza, possiamo accostare tuttavia la convinzione che temi spinosi e comodamente omessi da buona parte delle serie tv contemporanee continuino a trovare, in Le Regole del Delitto Perfetto, un'amplificazione coraggiosa quanto necessaria e universalizzante.

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