Se c'è qualcosa che abbiamo imparato vedendo la prima stagione di
Le Regole del Delitto Perfetto, è che sa dare il meglio negli episodi iniziali e finali, perdendo quota nei filler intermedi. La seconda stagione non fa eccezione, e
What Did We Do? si delinea come una delle migliori puntate della serie ABC, soprattutto perché è costretta - in quanto midseason finale - a chiarire molti dei troppi interrogativi seminati finora. Tra di essi, quello sicuramente più potente è il fatidico "chi ha sparato ad Annalise?" e la risposta, per quanto non sorprendente di per sé, riesce a coinvolgere e convincere lo spettatore in virtù del processo che porta Wes (
Alfred Enoch) a premere il grilletto. Per una volta, i passaggi intermedi sono utili: Connor (
Jack Falahee) che sta per sparare è un momento emotivamente molto forte, in particolare quando Michaela (
Aja Naomi King) si frappone tra lui e Annalise (
Viola Davis) per impedirgli di rovinarsi la vita.
Per quanto Wes continui a restare il personaggio più piatto e fumoso della serie, il fatto che si trovi per la seconda volta con una potenziale accusa di omicidio sul capo ribadisce una pulsione di morte che affonda le proprie radici in un passato di cui, in What Did We Do?, ci viene mostrato qualcosa in più. Il timore, da parte di chi scrive, che il rapporto tra Annalise e il suo pupillo si riducesse a un semplicistico, quasi ridicolo rapporto di consanguineità è forse - ribadiamo, forse - fugato dalla scena finale, in cui intuiamo la responsabilità di Annalise in versione Lauren Hill ed Eve (Famke Janssen) nella morte della madre di Wes, fatta passare per suicidio. O almeno, questa è la speranza.
L'uso fluido e disinvolto dei flashback nell'episodio gli conferisce un ritmo vivace ma non frenetico, e spalma la storia in modo uniforme senza fastidiosi affastellamenti narrativi cui già abbiamo assistito in passato. La morte di quell'asso di simpatia di Emily Sinclair (
Sarah Burns), oltre a far stappare virtualmente lo champagne nella testa di parecchi spettatori, contribuisce a dare al personaggio di Asher quella tridimensionalità che finora era rimasta un miraggio, e
Matt McGorry offre qui una delle migliori interpretazioni che la serie ricordi, parallelamente a Viola Davis che sembra voler ricordare a tutti di non aver di certo vinto l'Emmy coi punti Fragola dell'Esselunga. Il sangue macchia ora le mani di tutti e cinque gli allievi di Annalise, e se questo da un lato può far sorridere e far legittimamente chiedere al pubblico se questa spirale di violenza avrà mai fine, dall'altro assicura un tirante emotivo basato più sull'atmosfera generale che non sui singoli drammi dei protagonisti. Il che è, francamente, inevitabile: quando tutti i personaggi sono traumatizzati, il singolo trauma perde d'importanza.
Come faranno i ragazzi a salvarsi da un disastro che è divenuto, col passare del tempo, apparentemente insormontabile? Annalise dimostra ancora una volta di possedere il passepartout per uscire da qualunque situazione, anche se ciò comporta accusare Catherine Hapstall di aver premuto un grilletto che non ha mai premuto e, infine, essere sospesa tra la vita e la morte con un proiettile nel fianco. Il caos regna in questo finale, ma è un caos affascinante, che trova il proprio ragionato culmine nello sparo di Wes. Restiamo scioccati, ma siamo in qualche modo anche sollevati. È questo il miglior mix di sentimenti che uno show come Le Regole del Delitto Perfetto può e deve garantire al proprio pubblico, e abbiamo motivo di sperare che la seconda parte della stagione non sarà avara di climax altrettanto convincenti.