Le Regole del Delitto Perfetto 2x06, "Two Birds, One Millstone": la recensione

In un episodio più coerente del solito, Le Regole del Delitto Perfetto affronta la delicata tematica della transfobia con realismo e sensibilità

Condividi
Spoiler Alert
In medio stat virtus. Ce n'è voluto, ma finalmente la seconda stagione di Le Regole del Delitto Perfetto sembra aver trovato un proprio imperfetto ma piacevole equilibrio con Two Birds, One Millstone. Il quinto episodio riesce infatti a bilanciare le diverse storyline che si articolano al suo interno, senza mai perdere quota in modo sensibile. C'è armonia tra il caso della settimana e le storie orizzontali, anche se alle seconde viene dato un rilievo giustamente maggiore, ma ogni parte ha i suoi momenti significativi, quasi tutti legati ad Annalise Keating (Viola Davis) e alla sua interazione con i protagonisti della puntata.

Già in passato, Le Regole del Delitto Perfetto aveva affrontato tematiche spinose come il razzismo, la tossicodipendenza, la pedofilia. Stavolta, gli autori si trovano a dover maneggiare la tematica della transfobia, e lo fanno con una classe e una verosimiglianza che sorprende senza sconvolgere; nulla di davvero scioccante è legato al cambio di sesso della professoressa Jill Hartford (Alexandra Billings), amica di Annalise e accusata dell'omicidio del violento marito. Annalise supporta Jill, persino dopo aver scoperto la messinscena sul luogo del delitto e la falsa testimonianza di una studentessa; supporta Jill in modo diverso da quanto fatto finora coi propri clienti, copre le sue bugie non per astuzia professionale ma per empatia. Certo, il suo matrimonio con Sam era diverso, ma la solidarietà con una donna alle prese da anni con una convivenza tragicamente infelice, costellata di abusi, è sufficiente a far scattare qualcosa nel cuore della spregiudicata avvocatessa. La sua difesa nei confronti dell'amica trova inoltre concime degno nell'atteggiamento spietatamente ostracizzante delle forze dell'ordine, che concludono senza troppi giri di parole che una donna trans deve per forza aver ucciso per qualcosa legato alla propria nascosta sessualità. E in questo, ancora una volta, gli sceneggiatori di Le Regole del Delitto Perfetto svolgono un lavoro egregio, calando la tematica transfobila nel quotidiano e ritraeondola con le pennellate della normalità che, nel 2015, sarebbero doverose per qualsiasi narrazione.

Il caso della professoressa Hartford si ricollega anche alla storyline principale attraverso il proscioglimento dalle accuse ottenuto da Annalise grazie al fascicolo sul giudice Millstone, padre di Asher (Matt McGorry). Il nesso tra i due casi non è immediato quanto dovrebbe, in particolare se si pensa al fatto che il caso di David Allen cui si fa allusione più volte nel corso di Two Birds, One Millstone risale alla passata stagione; in uno show che ci ha abituati a numerosi flashback per rinfrescarci la memoria, la citazione di un caso senza opportuni rimandi visivi spiazza un po' il pubblico. Oltretutto, il tentativo di usare il contrasto tra Asher e suo padre per pompare la tridimensionalità sceneggiatoriale del personaggio è un buon intento che non va del tutto a segno; vedremo se, nel proseguio della stagione, questo ex goffo figlio di papà riuscirà ad assurgere al ruolo che gli spetta - e che, a ben guardare, potrebbe renderlo ancor più interessante di tutti i suoi colleghi, a momentanea eccezione di Connor (Jack Falahee).

E arriviamo a quello che è, ancora una volta, il punto debole dell'intera stagione, se non della serie: il rapporto tra Annalise e Wes (Alfred Enoch). In un episodio in cui Viola Davis conferma le sue già comprovate capacità sia nel confronto Annalise - Jill che in quello con Nate (Billy Brown), fresco vedovo disperato per propria mano, lo scontro tra la donna e il suo pupillo lascia i medesimi punti interrogativi che il pubblico si porta dietro da ormai troppo tempo. Perché Annalise tiene tanto a Wes? Perché è così informata sul suo passato? La natura del rapporto tra i due personaggi è tuttora oscura, e questo di per sé potrebbe non essere un grosso problema, essendo il pubblico ormai avvezzo ad assistere a giochi sentimentali che sfiorano le obsolete categorizzazioni senza mai caderci davvero. Il guaio è che, di tutti gli intrecci relazionali più o meno credibili di Le Regole del Delitto Perfetto, quello tra Annalise e Wes risulta tuttora il meno coinvolgente. La speranza è che gli autori tengano in serbo una motivazione convincente per giustificare un legame che, sulla carta, non ha ancora un vero motivo di esistere.

Continua a leggere su BadTaste