Le Regole del Delitto Perfetto 2x03, "It's Called The Octopus" - La recensione

Il sesso la fa da padrone nel nuovo episodio di Le Regole del Delitto Perfetto, e funge da spunto per un lucido approfondimento sui protagonisti

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Spoiler Alert
Dopo due episodi ammirevoli per il distacco dallo schema procedurale, Le Regole del Delitto Perfetto torna sui propri passi in It's Called The Octopus, rispolverando la struttura incentrata sul "caso di puntata" e, al contempo, con la corsa verso il flashforward che ci mostra Annalise morente sul pavimento della magione dei fratelli Hapstall. Lo fa attraverso un caso di omicidio a tinte torbide, che estende all'intero episodio la propria tematica centrale: il sesso. A essere sinceri, è fuori dall'aula di tribunale che l'argomento diventa realmente interessante, fornendo un coraggioso spunto di approfondimento sui protagonisti attraverso poche ma efficaci mosse. La personalità di Micaela (Aja Naomi King) si arricchiesce infatti di una sfaccettatura non indifferente quando la giovane confessa ai propri colleghi di non aver mai avuto un orgasmo; il che, al di là delle battute più banalmente pruriginose, giustifica in un certo senso la sua legnosa razionalità - talvolta ottusa - in acceso contrasto con la sua viva intelligenza, così come la scelta di gettarsi tra le braccia di Levi (Matt Cohen), alias EGGS911, che scopriamo finalmente essere il fratellastro della defunta - a insaputa di quasi tutti - Rebecca Sutter.

Interessante è anche il rifiuto del "sesso facile" da parte di una leonessa come Annalise (Viola Davis) che,  si reca - bisognosa d'affetto e, perché no, di effusioni - da Nate (Billy Brown), in cerca di un'assoluzione che tarda ad arrivare; ma la nostra (anti)eroina è anche colei che specifica sin dall'inizio il focus dell'episodio, scrivendo "SEX" a grandi lettere sulla lavagna dell'aula dove insegna. Si parla molto di sesso, in questo episodio, e soprattutto se ne parla prendendolo in esame da molteplici prospettive: non c'è discriminazione per un orientamento o l'altro, ma una lucida consapevolezza e, in un certo senso, rivendicazione al diritto di godere di un piacere universale. Basti pensare alla trattazione estremamente schietta della relazione tra Connor (Jack Falahee) e Oliver (Conrad Ricamora), diversi per etnia e situazione clinica, ma a proprio agio in una situazione che non sublima nulla, ma anzi celebra in camera da letto i fasti del loro amore in evoluzione.

Un episodio di riempimento che non coinvolge particolarmente, se non nell'incipit

Un tabù sessuale è anche alla base della svolta - per la verità piuttosto fiacca - del caso Hapstall: l'ipotesi d'incesto tra Catherine (Amy Okuda) e Caleb (Kendrick Sampson) non stupisce nessuno e, anzi, sembra l'aggiunta frettolosa per dare spessore a una vicenda che, al momento, costituisce il punto debole dell'intera stagione. Siamo lontani anni luce dall'interesse nei confronti del caso Stangard affontato l'anno passato, ma a vantaggio di questa nuova linea narrativa c'è la certezza che tutto convergerà verso Annalise agonizzante sul pavimento di casa Hapstall. Certo che, nell'attesa di capire come l'agguerrita regina del foro sia finita lì, qualche buon motivo per interessarsi a Catherine e Caleb non guasterebbe; così come non guasterebbe un motivo inattaccabile che giustifichi il comportamento di Asher (Matt McGorry), intrappolato nella morsa del ricatto dall'insopportabile Emily Sinclair (Sarah Burns) la cui morte, mostrata nei flash forward, è una boccata d'ossigeno per qualunque spettatore. Ma il punto interrogativo più grande, mutuato direttamente dalla prima stagione, continua a essere il rapporto tra Annalise e il suo cocco Wes (Alfred Enoch), caratterizzata da un'attenzione materna per il momento del tutto ingiustificata.

Ci troviamo, dunque, di fronte a un episodio di riempimento che non coinvolge particolarmente, se non nell'incipit - che mostra una stanca e sbronza Annalise in pessima forma, sebbene comunque in grado di analizzare i possibili moventi dietro all'omicidio Hapstall - e nella conclusione, che rivela la bizzarra alleanza tra Wes e Nate, entrambi manipolati, amati e traditi da Annalise. Lo spunto è affascinante, e la speranza è che contribuisca a correggere alcune sbavature che rischiano di far sbandare una serie che, finora, ha dimostrato di viaggiare su binari lontani dalla verosimiglianza, ma indubbiamente stabili.

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