Le Regole del Delitto Perfetto 2x01, "It's Time to Move On" - La recensione
Convince ma non sconvolge la premiere della seconda stagione di Le Regole del Delitto Perfetto, che si muove con spavalderia sugli stessi binari della prima
La nuova stagione prende il via dieci giorni dopo la scomparsa di Rebecca Sutter (Katie Findlay); solo Frank Delfino (Charlie Weber) e Annalise stessa sembrano essere a conoscenza della morte della ragazza, uccisa da un assassino misterioso la cui identità viene rivelata nel corso della puntata. Lo schema procedurale subisce un mutamento rispetto al canone della prima stagione: il caso di Caleb e Catherine Hapstall, sospettati dell'omicidio dei genitori adottivi, si rivela infatti legato alla già citata prolessi con Annalise in bilico tra la vita e la morte. Tra le novità più interessanti introdotte in It's Time to Move On c'è l'ingresso, nella serie, dell'avvocato di grido Eve Rothlow (Famke Janssen), vecchia conoscenza di Annalise giunta in città per difendere Nate Lahey (Billy Brown), amante di Annalise accusato dell'omicidio di Sam Keating. Eve nutre tuttavia sospetti proprio nei confronti di Annalise e sembra inizialmente restia ad accogliere la richiesta d'aiuto di colei che, più avanti, si rivela essere la sua ex fidanzata. Tra le due, a sorpresa - ma non troppo - scoppia di nuovo la scintilla, e sicuramente il triangolo Annalise - Eve - Nate si prefigura uno degli elementi più stuzzicanti della nuova stagione. Il vero colpo di scena dell'episodio, tuttavia, risulta essere la scoperta dell'assassino di Rebecca: dopo gli iniziali sospetti di Frank nei confronti di Wes e, successivamente, del suo love interest Laurel (Karla Souza), Annalise riesce a dipanare la matassa e a risalire all'identità dell'omicida: Bonnie Winterbottom.
Gli ingredienti migliori della passata stagione sono stati riconfermati appieno in It's Time to Move On, ma non basta a mantenere l'alta aspettativa, in materia di plot twist, di un finale che aveva tenuto il pubblico col fiato sospeso fino all'ultimo fotogramma. È presto, prestissimo per tirare le somme, ma la speranza è che dal prossimo episodio si torni alla sovrabbondanza barocca di colpi di scena a cui lo show di Shonda Rhimes ci ha abituati. Perché, non dimentichiamolo: un guilty pleasure che si rispetti può frustrare, turbare e anche far scoppiare in lacrime gli spettatori, ma deve sempre e comunque raggiungere e, se possibile, superare il quantitativo di emozioni che il suo pubblico giustamente esige.