Le ragazze del Pillar vol. 1, la recensione
Di Le ragazze del Pillar, sorprende l'eleganza e la delicatezza con cui viene raccontata la vita in un bordello, senza mai preoccuparsi di nascondere o limitare l'aspetto della sessualità
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Nonostante il grande successo di pubblico e critica, in Italia così come all'estero, da Il porto proibito non era ovvio aspettarsi un seguito firmato da Teresa Radice e Stefano Turconi. Un anno fa, invece, i due autori hanno sorpreso i loro fan annunciando il ritorno tra le strade di Plymouth per una serie di racconti legati al Pillar to Post. Questi verranno presentati in anteprima da BAO Publishing all'imminente Lucca Comics & Games 2019, dove non mancheranno gli autori.
June sta per essere costretta da un cliente a fare qualcosa che non intende fare, ma fortunatamente interviene Tane, un marinaio dalla corporatura massiccia e ricoperto di tatuaggi maori; gli manca un braccio ma ha un cuore grande, e si dimostra così protettivo nei confronti delle ragazze del Pillar che queste lo ospiteranno in cambio del suo lavoro.
I primi due episodi di Le ragazze del Pillar si basano sul medesimo spunto: una delle prostitute incontra un uomo che la tratta in maniera diversa da qualunque altro sia passato tra le sue lenzuola. Nonostante questa premessa, non c'è la minima sensazione di ripetitività, e l'impressione è che in futuro potranno essere raccontate trame decisamente più varie.
"L'aspetto più sorprendente di Le ragazze del Pillar è senza dubbio rappresentato dall'eleganza e dalla delicatezza con cui viene raccontata la vita nel bordello."Teresa Radice arricchisce ulteriormente il cosmo ottocentesco che avevamo apprezzato nella precedente graphic novel, mostrandoci molte altre sfumature della vita nella cittadina di mare. Le tavole di Stefano Turconi sono meravigliose, come sempre accurate nella rappresentazione dei dettagli. È una gioia poter finalmente vedere a colori i costumi, i paesaggi e le architetture de Il porto proibito.
Non mancano i riferimenti al passato: pur non puntando troppo sull'effetto nostalgia, gli autori inseriscono alcuni elementi noti ai lettori. Si può inoltre scorgere i semi di qualcosa pronto per essere sviluppato nei prossimi capitoli, con un'interconnessione che potrebbe andare a costituire una tenue continuity, senza però distogliere l'attenzione dal soggetto dei singoli episodi.
L'aspetto più sorprendente di Le ragazze del Pillar è senza dubbio rappresentato dall'eleganza e dalla delicatezza con cui viene raccontata la vita nel bordello, senza mai preoccuparsi di nascondere o limitare l'aspetto della sessualità. Il Pillar to Post ci appare sempre più come una casa popolata da una vera e propria famiglia, e ci auguriamo che Radice e Turconi continuino a raccontarcene le storie ancora per molto, molto tempo.