Le indagini di Belascoarán: la recensione

Le indagini di Belascoarán è il perfetto esempio del vero problema di Netflix, l'incapacità di far fruttare il suo più grande pregio

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Netflix ha un merito che nessuno si è mai guadagnato prima del suo avvento, quello cioè di aver aperto le porte della serialità alla globalizzazione, che in questo caso non va intesa come una standardizzazione dei prodotti televisivi (anche se forse un po' è così, quantomeno all'interno della sua nicchia), ma piuttosto come la possibilità concessa al suo pubblico di accedere a prodotti che vengono da tutto il mondo, nello sforzo di soppiantare l'imperialismo televisivo americano. Che poi questo avvenga per questioni di profitto e non certo per "vocazione", è argomento adatto ad altro contesto, ma va chiarito che la piattaforma streaming esiste sì per intrattenere, ma anche e soprattutto per guadagnare, cosa che ultimamente le riesce anche con una certa fatica.

Che si rivelino dei successi straordinari, come Squid Game o più contenuti, ma comunque importanti, come Lupin o Élite, nessuno può negare il fatto che Netflix abbia aperto al pubblico di tutto il mondo la possibilità di godere di una nuova forma di una serialità che strizza l'occhio al mercato internazionale, cosa che avviene, naturalmente, anche nel caso di Le indagini di Belascoarán, produzione Messicana della Perro Azul i cui 8 episodi sono diretti da Ernesto Contreras, Hiromi Kamata e Gonzalo Amat.

LA TRAMA E L'ISPIRAZIONE DI LE INDAGINI DI BELASCOARÁN

Le indagini di Belascoarán, con protagonisti Luis Gerardo Méndez, Irene Azuela e Paulina Gaitán, è una serie tratta dai romanzi dell'autore spagnolo, naturalizzato messicano, Paco Ignacio Taibo II, che al personaggio ha dedicato 10 libri prima di posare la penna in una crisi di ispirazione che ha causato grande sconcerto tra i suoi molti fan. Nella sua versione televisiva, la cui produzione è durata molto a lungo per gli standard di Netflix, ad ogni episodio autoconclusivo corrisponde un romanzo, con lo show che è ambientato nella Città del Messico degli anni Settanta, ricreati con notevole maestria dalla produzione, con un particolare occhio di riguardo per i costumi.

I primi minuti dell'episodio pilota sono dedicati ad una rapida presentazione di Héctor Belascoarán Shayne, un uomo con un lavoro stabile come colletto bianco che decide di rivoluzionare improvvisamente la propria vita, lasciando l'impiego e la moglie, per darsi al mestiere di investigatore privato per cui è spiccatamente portato grazie al suo acume, ma anche alla sua sensibilità, che userà naturalmente per risolvere i casi che gli verranno affidati.

Circondato da personaggi peculiari e caratteristici, Belascoarán naviga per le strade di Città del Messico cercando di venire a capo dei suoi casi, aiutato da improbabili alleati a combattere contro una polizia ed una classe dirigente generalmente corrotte, che rimangono tuttavia sullo sfondo della narrazione, cosa che non permette alla serie di essere identificata esattamente come una storia di denuncia sociale, come a volte vorrebbe apparire. E questo, in parte, è il problema di Le indagini di Belascoarán o più generalmente di quei tanti show che costellano il palinsesto di Netflix senza riuscire davvero ad emergere: la mancanza di quel guizzo che li rende davvero unici, riconoscibili e genuinamente interessanti.

I romanzi da cui sono tratti sono molti amati in Messico come lo è il loro protagonista e, pur non conoscendolo, non dubitiamo quindi della bontà del materiale di origini che ispira la serie, quanto piuttosto del processo produttivo che deve aver creato un problema nell'ingranaggio che non ha permesso alla trasposizione televisiva dell'opera di Taibo di suscitare altrettanto interesse. Ad eccezione della sua fissazione per la keli cola e la sua invidiabile conoscenza sugli strangolatori seriali, Héctor non riesce infatti davvero ad emergere come protagonista e non ha una personalità abbastanza definita o strana da renderlo davvero interessante. Il tono stesso della serie non è ben delineato, come se gli autori avessero volontariamente deciso di rimanere in un limbo a metà tra il drammatico ed il leggero, senza prendersi il rischio di fare una scelta, il che rende di fatto la serie di poco spessore. I dialoghi si trascinano a volte in maniera anonima, senza avere nulla di memorabile, il che finisce per influire anche sulla recitazione.

Se quindi, nel complesso, il grande merito di Netflix è quello di aver aperto l'opportunità a molti autori di confrontarsi con un pubblico vasto ed eterogeneo, il suo più grande peccato - che emerge evidente in prodotti come Le indagini di Belascoarán - è di non puntare abbastanza su se stesso, di non prendere maggiori rischi e creare con più consapevolezza prodotti che possano competere con la migliore serialità e che finiscono invece per essere un'occasione sprecata.

La serie Le indagini di Belascoarán sarà disponibile su Netflix a partire dal 12 ottobre 2022.

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