Le fantastiche avventure di Don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho, la recensione

La recensione di Le fantastiche avventure di Don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Le fantastiche avventure di don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho

Tra le numerose parodie letterarie reinterpretate negli ultimi anni dai personaggi disneyani, Le fantastiche avventure di Don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho è probabilmente la più particolare, visto che non ripercorre la trama del romanzo Don Chisciotte della Mancia, di Miguel de Cervantes, ma lo reinterpreta in modo originale, immergendo i personaggi in un contesto moderno differente dall'universo di Topolinia a cui siamo abituati.

La vicenda a inizio nella fumetteria in cui lavorano Pippo e Topolino: il primo è incredibilmente giudizioso e concentrato sulla gestione economica del negozio, mentre il secondo è un sognatore che si perde nelle storie, ma sarà sufficiente uno scatolone di fumetti cadutogli sulla testa a renderlo la componente della coppia con il pensiero più alternativo, riportando così le dinamiche interne agli equilibri che ben conosciamo.

Il colpo trasforma Pippo in un cavaliere picaresco, pronto a imbarcarsi in missioni eroiche simili alle avventure a fumetti che fino a poco tempo prima disprezzava. Se Don Chisciotte vedeva dei giganti nei mulini a vento, per Don Pipotte è lo stesso quando si trova di fronte a delle pale eoliche: una visione aggiornata del romanzo originale che proseguendo nel racconto ne prende sempre più le distanze, raccontando una vicenda differente pur rispettandone lo spirito. Fausto Vitaliano orchestra una vicenda ingegnosa, in grado di sorprendere nello sviluppo e al contempo capace di consegnare al lettore una morale che scalda il cuore.

L'impressione, ai tempi della pubblicazione originale su Topolino, nella primavera 2016, era di trovarci di fronte a una storia in tre puntate alla quale mancava un episodio, come se fosse stata concepita in quattro parti per poi essere ridotta, magari per ragioni editoriali; la situazione migliora nella versione della Topolino Limited De Luxe Edition, dove sono state aggiunte dodici tavole realizzate per l'occasione. Sebbene persista una leggera sensazione di eccessiva compressione narrativa, la lettura risulta più fluida; inoltre, l'approccio metafumettistico e un collegamento a Walt Disney sono scelte azzeccate che permettono allo sceneggiatore di concludere con un'elegia all'immaginazione.

Le tavole di Claudio Sciarrone sono curate nei disegni quanto nella colorazione digitale, che sfrutta sapientemente le tinte seppiate per le scene fantastiche, così come i retini al fine di ricreare vignette dal sapore kirbyano. I personaggi hanno pose plastiche e volti molto espressivi: un dinamismo che sottolinea l'attenzione dell'autore per la recitazione fisica, qui degna degli storyboard di un prodotto animato. Spettacolari i modelli dei veicoli e delle apparecchiature tecnologiche, tra i quali spicca un mostro meccanico con le fattezze di Gambadilegno che viene rivelato solo in fondo all'albo, nei contenuti speciali, non avendo trovato spazio all'interno del fumetto.

Se gli extra delle ultime uscite della Limited De Luxe Edition lasciavano abbastanza a desiderare, fortunatamente questo volume fa rivalutare l'andamento della collana; l'operazione senza precedenti di integrare tavole aggiuntive ricorda le versioni estese di certi film in versione home video, mentre in coda alla storia troviamo cinque pagine di making of; potevano certamente essere di più, ma anche in così poco spazio traspare l'amore degli autori per il loro fumetto e la cura che hanno riversato nella sua realizzazione.

Le fantastiche avventure di don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho

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