Le crociate
Balian, un giovane maniscalco che ha perso la moglie, si unisce ad un gruppo di crociati in viaggio verso la terra santa. Si farà decisamente onore, a differenza del film...
Ridley Scott conferma di aver intrapreso una parabola discendente (ma si spera non irreversibile, considerando che era già stato dato per morto dopo G.I. Jane) nella sua carriera, dando vita ad un’opera formalmente mediocre. Le scene di combattimento sono riprese dal Gladiatore o sono scopiazzate da Il Signore degli Anelli (ma almeno qui Orlando Bloom non tira con l’arco, come capitava in Troy). Inoltre, già che ci siamo, ecco schizzi di sangue apparentemente coraggiosi e realistici (mentre sono solo estetizzanti e falsissimi) e un abuso di musica sacra, anche nei momenti meno indicati.
Per non parlare di quando colpisce con i pugni la testa di un nemico, nonostante quest’ultimo abbia un elmo.
E vogliamo parlare della visione politica? Si possono apprezzare la volontà di dialogo, il rispetto reciproco tra i migliori uomini dei due eserciti o il forte desiderio di pace. Ma, in primis, non c’è nulla di nuovo rispetto addirittura agli anni sessanta, quando pellicole come La tortura della freccia o Soldato blu mostravano come i buoni e i cattivi tradizionali (fino a quel momento, i bianchi e gli indiani) potevano non essere tali.
Ma quello che dà veramente fastidio è il fatto che a Scott, della questione religiosa, non frega assolutamente nulla. Il problema non viene quasi mai affrontato, tanto da far pensare che non ci sarebbe stata grande differenza nel mostrare questa storia con protagonisti i nordisti e i sudisti, gli alleati e i nazisti e, perché no, gli elfi e gli orchi.
In tutto questo, fa piacere che il bluff Orlando Bloom finalmente sarà evidente a tutti. Fin dall’inizio, l’attore decide di mostrare una sola espressione, quella arrabbiata, anche quando fa sesso (in una scena peraltro che sembra tagliata brutalmente). Come poi sia possibile che il suo personaggio diventi un geniale stratega militare, è ovviamente questione che andrebbe posta soprattutto allo sceneggiatore.
E che dire di Eva Green? Fa un po’ impressione sentirla parlare in conferenza stampa di che ruolo complesso sia stato il suo. Perché dopo qualche scene di dialogo non certo sconvolgente (e appunto di sesso con l’Orlando furioso), la seconda parte di pellicola è un’infinita serie di suoi primi piani muti. Insomma, sarebbe stato più complicato fare un calendario...
Insomma, una pellicola brutta e non riuscita. Ma soprattutto inutile. Quasi più delle crociate stesse...