Le Black Holes, la recensione
Le Black Holes non è immediatamente comprensibile, al punto da spingere a una seconda lettura alla luce del finale
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Nel 2016 tre ragazze adolescenti stanno provando a lanciare un gruppo punk, hanno la grinta necessaria ma il talento musicale e l'ispirazione per i brani sembrano latitare. Nel 1856 la giovane aristocratica Teresa è vessata dalle sorellastre, come la protagonista di una fiaba, ma più che a un suo eventuale matrimonio è interessata a comporre poesie horror. Le Black Holes intreccia in modo non lineare le vicende di queste protagoniste, attraverso i due piani temporali; nonostante i 160 anni che separano le vicende, ci sono dei punti di contatto che le collegano, sottolineando le similitudini tra storie apparentemente distanti tra loro.
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Questa favola "dolcemacabra" sugli struggimenti della giovinezza e sul potere dei desideri è senza dubbio un volume in grado di farci ascrivere Gonzalez tra gli autori da tenere d'occhio, curiosi di scoprire le prossime storie che deciderà di raccontare attraverso il suo potente stile grafico.