Le avventure di Topalbano, la recensione

Topolino Limited Deluxe Edition ristampa in un volume da collezione La promessa del gatto e Lo zio d'America, i due fumetti con il commissario Topalbano...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

Dopo aver pubblicato Lo strano caso del Dottor Ratkill e Mister Hyde e Potere e Potenza, la collana di ristampe da collezione Topolino Limited Deluxe Edition raccoglie in un volume di lusso Le avventure di Topalbano, le due storie ispirate al celebre commissario creato da Andrea Camilleri. Pubblicate nel 2013 e nel 2014 sul settimanale Disney, le avventure di Topalbano non percorrono il sentiero forse più immediato di sostituire Montalbano e i suoi colleghi con una parodia interpretata da Topolino e compagni, ma fa incontrare il cast disneyano classico con nuovi personaggi che popolano un proprio universo narrativo.

Francesco Artibani riesce a ricreare la terra sicula inserendo un sacco di elementi caratteristici che immergono il lettore nella suggestiva isola meridionale: location, usi e costumi, ricette e tradizioni sono presenti in modo più o meno evidente in ogni tavola. L'operazione più interessante è stato fatto però sulla parlata: Topalbano e i suoi conterranei utilizzano spesso termini o espressioni in dialetto stretto, a volte vagamente comprensibili, a volte spiegate da qualche personaggio, o in altri casi lasciati al grado di "sicilianità" del lettore. É un equilibrio precario che riesce a ricreare alla perfezione la sensazione di trasferirsi in un'altra terra, o incontrare qualcuno che parla una lingua differente, senza però inficiare la narrazione; si tratta di un lavoro di precisione che ha saputo misurare la giusta dose di termini siciliani, tale da rendere Topalbano pittoresco e divertente senza però renderlo troppo ostico da capire, specie per i lettori più giovani.

Le due storie sono quasi una il riflesso dell'altra, l'esatto opposto ma al contempo simili per tematiche e ritmi narrativi. Topolino e la promessa del gatto è un viaggio a Vigatta, nella Sicilia di Montalbano immersa nella criminalità locale, in cui Topolino si riduce quasi a fare da spalla per una volta a un personaggio che riesce a rubargli la scena. In Topolino e lo zio d'America invece il commissario siculo lascia per la prima volta il suo paese natale e viaggia oltreoceano, prima a Topolinia e poi a Las Vegas, per aiutare il figlio della sua protettiva governante; qui per risolvere un caso che coinvolge un gangster italo-americano, i due eroi dovranno collaborare con Gambadilegno e tenere a freno i suoi metodi poco convenzionali.

Sono molti i pregi di questi due episodi a fumetti. Di certo spicca la figura di Montalbano, simpatico e dissacrante, pronto a smontare alcuni paletti stilistici e narrativi delle storie disneyane.
Graficamente le tavole di Giorgio Cavazzano e Giampaolo Soldati, impreziosite dai colori di Mirka Andolfo e Max Monteduro, immergono in un altro mondo popolato da personaggi che ci appaiono vivi, come nelle migliori storie a fumetti.

Le trame sono gialli stuzzicanti, che alternano momenti da commedia a sequenze action degne di un poliziesco, con un risultato che non si allontana molto da una puntata di un serial televisivo. Ma ciò che rende davvero speciali queste due storie è la presenza della mafia, non come elemento centrale su cui costruire un messaggio retorico o una morale buonista, ma come veleno che in qualche modo rovina una comunità; ci sono passaggi in cui i personaggi si piegano all'omertà e la loro muta sopportazione aggiunge una vena angosciante alla vicenda.

Forse i bambini che leggono queste storie non capiranno fino in fondo il significato di tutto ciò, ma senza dubbio percepiranno che qualcosa non va, che sta prendendo piede qualcosa di ingiusto. E questo aggiunge un grande valore a un fumetto già molto piacevole.

Continua a leggere su BadTaste